Ex Ilva, la svolta: il governo mette fine all’era ArcelorMittal. I sindacati uniti con l’esecutivo

12 Gen 2024 9:10 - di Adriana De Conto
Ex Ilva governo

Svolta sul caso Ex Ilva a Palazzo Chigi: finisce l’era Arcelor Mittal. Il governo va avanti per la sua strada e conferma che per i franco-indiani il tempo è finito. Per loro, insomma, non c’è più spazio nell’ex Ilva. «Mancano le condizioni per condividere fiducia e impegni con Mittal». «È stato l’incontro dell’8 gennaio a chiarire definitivamente che non è più possibile proseguire nella gestione di Acciaierie d’Italia assieme ad ArcelorMittal». Queste le parole usate dall’esecutivo nell’incontro con i sindacati. Rassicurandoli comunque sulla continuità aziendale e che saranno investite le risorse necessarie. Il governo assume su di sé la responsabilità produttiva e occupazionale dell’acciaieria. L’esecutivo eredita un dossier pesante, gestito in modo dissennato dai governi Conte, tra accordi dissennati con Arcelor Mittal e contratti non rispettati. Il governo Meloni sblocca una situazione che stava languendo in una fase di stallo, incassando – risultato anche questo storico in qualche modo- la soddisfazione di tutte le sigle sindacali. Un “capolavoro” della trattativa governativa.

Ex Ilva, il governo lavora a un divorzio consensuale con Mittal

“Il Governo fa bene a non accettare le condizioni poste dai vertici di ArcelorMittal, ora c’è bisogno ancora di qualche giorno per capire quale sarà il futuro del più grande polo siderurgico d’Europa. Giovedì il prossimo si terrà un nuovo incontro con il Governo. È in corso una trattativa tra i rappresentanti legali di Invitalia e ArcelorMittal per arrivare ad una soluzione consensuale per evitare strascichi legali”. Sono le parole del Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera a termine del vertice sul caso Ex Ilva a Palazzo Chigi: dove oltre al sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano erano presenti i ministri Urso, Calderone, Fitto e Giorgetti in collegamento.

Sindacati: “Finalmente il governo ha deciso di assumere la gestione dell’azienda”

“Finalmente il governo ha deciso di non tornare indietro e di procedere sulla strada di assumere la gestione dell’azienda. Questo è il punto su cui con i lavoratori abbiamo insistito per salvaguardare il futuro occupazionale dell’azienda e l’ambiente. Il governo ha risposto anche alla nostra richiesta di mettere in sicurezza anche da un punto di vista della salute”. Così il leader Fiom, Michele De Palma al termine dell’incontro con il governo.

“Ilva libera da Arcelor Mittal”

Il leader Uilm Rocco Palombella plaude alla svolta: “L’unica cosa certa ora è che indietro non si torna. Da giovedì vogliamo un’Ilva libera da ArcelorMittal, perché siamo di fronte a un socio privato che non ha rispettato gli impegni previsti dagli accordi; e che non vuole più investire sul futuro degli stabilimenti. Il Governo ci ha assicurato che ci sarà la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori, anche quelli dell’indotto”, sottolinea Palombella. Più attendista il leader Fim (Federazione italiana metalmeccanici) Roberto Benaglia: “il governo ci ha assicurato che porterà a termine il programma in pochissimi giorni. I tecnici infatti lavoreranno fino a mercoledì, ultimo giorno utile per trovare una soluzione consensuale; e in ogni caso, l’esecutivo” avrebbe garantito che “mercoledì prenderà le decisioni finali”, ha concluso Benaglia.

Ex ilva: la road map del governo

E’ un divorzio consensuale la carta che il governo giocherà per separare il suo destino da quello di ArcelorMittal nell’ex gruppo Ilva. Un percorso più soft per ora rispetto all’amministrazione straordinaria, per ridurre i pericoli di contenzioso legali, ma non meno determinata. Fino a mercoledì dunque il governo verificherà assieme ai legali di Invitalia e di Mittal la possibilità di arrivare ad un accordo; ma in ogni caso garantirà, anche se la fumata dovesse essere nera, la continuità produttiva e la disponibilità a versare le risorse necessarie al rilancio delle attività delle acciaierie. E’ questa la road map tracciata a Fim Fiom Uilm Uglm e Usb.

Mantovano: “Mittal è fuori”

“Non è un passo indietro. In ogni caso Mittal è fuori”, spiega il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano per chiarire i dubbi dei sindacati che si schierano al fianco del governo: “Siamo pronti alla sfida se il governo manterrà agli impegni presi”, dicono all’unisono in attesa di essere riconvocati giovedì prossimo per conoscere l’esito della trattativa.

Urso feroce contro Mittal e i governi Conte

Feroci le feroci critiche che Urso rivolge a Mittal: “Nulla di quanto programmato e concordato è stato realizzato; nel 2023 la produzione si attesterà a meno di 3 mln di tonnellate, come nel 2022, ben sotto l’obiettivo minimo che avrebbe dovuto essere di 4 mln. Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto né su occupazione né sul rilancio industriale”. Ma altrettanto dure le critiche ribadite all’indirizzo dei M5S e al governo Conte 2 che nel 2022 disegno la joint venture Mittal-Invitalia con Acciaierie d’Italia. “Nessuno che avesse a cura l’interesse nazionale avrebbe mai sottoscritto quel tipo di accordo. Nessuno che abbia conoscenze delle dinamiche industriali avrebbe accettato mai quelle condizioni”, accusa ribadendo come la nascita di Acciaierie d’Italia con l’ingresso di Invitalia al 38% avvenne “con la sigla di patti parasociali fortemente sbilanciati a favore del soggetto privato”.

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