Casa Iozzia – Vitorchiano

7 Gen 2024 0:01 - di Redazione

Casa Iozzia
Via De La Quercia, 15 – 01030 Vitorchiano
Telefono: 0761/373441
Sito Internet: www.casaiozzia.it

Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: antipasti 25€, primi 30€, secondi 35€, dolci 15€; menù degustazione 80/120€
Chiusura: Lunedì e Martedì; da Mercoledì a Venerdì a pranzo

OFFERTA
Percorrendo la verdeggiante strada, tra boschi e noccioleti, che porta in questa bella tenuta a Vitorchiano, è difficile immaginare che, di lì a poco, i profumi del mare saranno padroni dei nostri sensi e della nostra cena. Ma lo chef siculo Lorenzo Iozzia, dalla sua Lentini avrà respirato iodio a profusione che ora restituisce nella sua cucina, interamente ittica e generosa di gusti e colori tipicamente isolani. Sfogliando l’insolita carta “fotografica” balza agli occhi l’ottimo rapporto qualità/prezzo per un locale di questo standing, sia nella scelta delle singole pietanze, sia nei menù degustazione: da quello con i “classici” del locale (7 portate a 90€) ai tre “a sorpresa” con 6, 8 e 10 piatti (al costo di 80, 100 e 120 euro). Noi abbiamo scelto quello di 6 portate (“In santa pace”) e possiamo dire che, complice anche l’eccellente servizio del pane, il percorso ci ha lasciati pienamente soddisfatti, con il solo piccolo appunto legato al gusto agrodolce presente più volte, con il rischio di appiattire un po’ l’esperienza. Venendo alla cena, abbiamo accennato agli squisiti lievitati, tra cui uno strepitoso pane con nocciole viterbesi e uvetta e dei sottilissimi grissini stirati a mano, che hanno accompagnato gli sfiziosi amuse bouche a base di bun al carbone vegetale con tonno scottato, ottimo, e di piccoli arancini impanati con il panko, davvero gustosi. Tre gli antipasti assaggiati, abbiamo preferito le squisite mazzancolle con crema di rape rosse, patate gialle e prezzemolo, anche sotto forma di polvere a decorare il piatto, rispetto al pesce spatola “incastagnato” (panato e saltato in padella, servito con nocciole, cipolle e olio condensato), che abbiamo trovato alquanto asciutto; la versione gourmet del polpo con patate – arricchito da crema d’aglio dolce e gelato al basilico e impreziosito da una “aria” della sua acqua di cottura – è risultato un piatto di grande tecnica ma di ordinaria resa gustativa. Rispetto alla precedente visita abbiamo invece apprezzato gli spaghetti con le sarde all’aglio di Voghiera Dop (reso nero dal processo di fermentazione), pinoli, uvetta, finocchietto e “muddica”, per un insieme equilibrato e di grande effetto aromatico che ci ha ricordato quello della preparazione delle sarde “a beccafico”. Aromaticità che ritorna nella saporita lampuga con cipolle caramellate che ha chiuso le pietanze salate. Una sostanziosa brioche con il tuppo e granita di mandorle ha preceduto il dolce vero e proprio: un più godibile e leggero “salto nella campagna siciliana”, con ricotta lavorata, arancia candita e grue di cacao a riportare, in lontananza, il sapore del ripieno del cannolo siciliano. Di buona aromaticità e persistenza il caffè che ha chiuso la nostra cena.

AMBIENTE
Arredo minimal nell’ampia sala con pochi tavoli senza la classica tovaglia: i toni del legno chiaro e il grande camino in un angolo riescono tuttavia a restituire calore all’ambiente, che potrebbe ancora migliorare con una leggera mitigazione della luminosità; la scelta della stoviglieria, di gran pregio, è funzionale ad esaltare la costruzione e il colore delle preparazioni.

SERVIZIO
Inappuntabile, prodigo di spiegazioni sulla cucina dello chef e sui prodotti utilizzati con interessanti e professionali chiarimenti sulla genesi dei piatti e sulle tecniche di lavorazione degli stessi.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net

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