Archeologia, scoperta la villa romana dalla quale Plinio osservò l’eruzione del Vesuvio: le ipotesi
I resti di una nuova villa romana, databile intorno al I secolo d.C., sono stati scoperti sulle sponde del porto di Miseno, nel Napoletano. In un’area già sottoposta a tutela da vincolo archeologico ministeriale per la densità di evidenze antiche disseminate nelle immediate prossimità di Punta Sarparella a Bacoli: dall’accesso al teatro romano di Misenum, al Collegio degli Augustali, al bacino interno del porto antico, è stata fatta una scoperta archeologica di portata eccezionale, che è stata annunciata con un comunicato diffuso oggi dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Art e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Potrebbe trattarsi della villa dalla quale Plinio il Vecchio, che ricopriva la carica di Praefectus classis Misenensis, avrebbe visto l‘eruzione del Vesuvio. Nel 79 d.C. l’autore della “Naturalis Historia” ebbe modo, infatti, di avvistare il cataclisma passato alla storia mentre era a capo della flotta romana stanziata a Miseno.
La villa di 2000 anni fa fu realizzata in opera reticolata di cubilia di tufo e si estende senza soluzione di continuità fino alla spiaggia e ai fondali antistanti. Sono stati individuati una decina di ambienti di grandi dimensioni con diverse fasi edilizie, piani di calpestio e tracce di rivestimento murario. I resti sono probabilmente pertinenti a quello che resta di una delle terrazze della residenza del Prefetto della Flotta romana del Tirreno, la Classis Misenensis.
Che delle strutture si conservassero in quella zona era già risaputo da alcune foto storiche di inizio ‘900 e da un rilievo pubblicato nel 1979 da Borriello-D’Ambrosio, il cui lavoro (Baiae-Misenum) costituisce ancora oggi la principale fonte per ricostruire la carta archeologica di Bacoli; così come lacerti di murature in opera reticolata sono tuttora visibili lungo la spiaggetta della Sarparella. Tuttavia, grazie ai lavori di bonifica della zona – iniziati nel 2021 – è stato possibile rimuovere uno strato di terra e sabbia alto 70-80 cm misto alle macerie di risulta dalla distruzione del lido abusivo; le opere di rigenerazione urbana, poi, attualmente in via di completamento, hanno consentito una pulizia sistematica delle creste murarie ed individuare meglio l’estensione e l’articolazione degli ambienti, di fatto nascosti da oltre 50 anni.
Il promontorio dal quale Plinio il Vecchio osservò l’eruzine del Vesuvio
L’ipotesi, ancora da verificare, che su Punta Sarparella fosse ubicata la residenza del Prefetto della Flotta, si basa sulla circostanza che quel luogo offrisse, per la sua posizione, la massima visibilità dell’intero bacino portuale ed un’ampia veduta sul Golfo intero; sarebbe stato questo, forse, il promontorio dal quale Plinio il Vecchio, che ricopriva la carica di Praefectus classis Misenensis, avrebbe visto l’eruzione del Vesuvio, e poi sarebbe salpato alla volta di Stabiae, per soccorrere gli abitanti delle diverse città costiere, minacciate dall’eruzione vesuviana. La scoperta è ancor più eccezionale se si considera che ignoti sono ancora tuttora l’articolazione e lo sfruttamento degli spazi all’interno e intorno al porto romano per l’assenza quasi completa di dati che chiariscano le dinamiche organizzative della base logistica, le vie di comunicazione tra il porto e il resto della cittadina e l’ubicazione stessa del centro della Colonia di Misenum.
L’individuazione di tali strutture – riporta il servizio dettagliato dell’Adnkronos– in un punto nevralgico del territorio antico, prospiciente il bacino interno del porto romano, prossima all’ingresso del teatro di Misenum e all’area che doveva ospitare il foro cittadino, aggiunge un tassello di grande importanza alla conoscenza dell’articolazione del palinsesto insediativo antico. In attesa di valutare un progetto di scavo estensivo della villa, che possa comprendere anche le strutture sommerse e semisommerse lungo la linea di costa, con contestuale valorizzazione dei resti archeologici in luce, attualmente è stato ben individuato e recintato il perimetro degli ambienti, e restituito, grazie anche alla prossima istallazione di pannellistica esplicativa, al pubblico godimento.