Aalto – cucina libera – Milano

2 Gen 2024 0:01 - di Redazione

Aalto – cucina libera
Piazza Alvar Aalto – Viale della Liberazione, 15 – 20124 Milano
Tel. 02/25062888
Sito Internet: www.aalto-restaurant.com

Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione: 135, 150 e 175 euro; à la carte: 2 portate 90, 3 portate 130, dolci a parte
Chiusura: Martedì; da Lunedi a Venerdi a pranzo

OFFERTA
La proposta di Takeshi Iwai, chef di Aalto, non è fusion, bensì “una cucina che gioca tra culture diverse. Tutte.” Una parte importante ce l’ha indubbiamente il suo Giappone, evidente nell’estetica dei piatti e nelle tecniche utilizzate, strettamente connessa con la tradizione italiana che è quella del paese che lo ha “adottato”, mixando sapientemente altre culture gastronomiche per un’idea di cucina veramente “libera”. Il menù si apre con tre percorsi degustazione che propongono i classici dello chef (170€), le portate più innovative (150€) e quelle interamente vegane (135€). Per chi volesse scegliere à la carte c’è la possibilità di optare per 2 piatti a 90€ o per 3 piatti a 130€, dolci esclusi. La piacevole spuma di patate fermentate con polvere di pepe, servita con chips di patate e grissini al cardamomo, è un piacevole appetizer che anticipa i finger food tutti deliziosi: polpettina di manzo cotta in tempura con maionese al pompelmo, cialda morbida di parmigiano con crème fraîche e branzino, con mix di erbe aromatiche, foglia di shiso rosso con battuta di fassona piemontese aromatizzata con del sale ai fiori di sakura e scalogno, e per finire, rabarbaro e kimchi di carota a resettare il palato prime delle altre portate. Molto buono il pomodorino ripieno di umeboshi servito nella kombucha di alga kombu e olio alla vaniglia che ha preceduto il sontuoso piatto a base di anguilla e wagyu, dove i due ingredienti erano in perfetto equilibrio e con le rispettive grassezze ben bilanciate (cotti entrambi sulla piastra giapponese). Presentato come se fossero due nigiri, con il pesce sotto e la fettina di carne sopra, in mezzo c’era il myoga (una sorta di zenzero giapponese), che con il suo sapore dava la giusta spinta acida al tutto. La kombucha delicata di gelsomino, da bere alla fine, pulisce il palato per proseguire con gli altri piatti. Eccellente anche lo spiedino di piccione, in cui diversi tagli di carne vengono cotti separatamente e poi assemblati nello spiedino, con il primo pezzo che è un delicatissimo filetto di piccione marinato nel suo fondo e nel mirin per diverso tempo. A seguire il petto, le coscette e infine un involtino di fegatini con del pesto di mandarino e peperoncino che dava freschezza e piccantezza. Sfoglia sottile e gusto intenso per il raviolo all’Oro, un omaggio al grande Gualtiero Marchesi grazie all’uso della foglia d’oro edibile messa sopra i morbidissimi ravioli ripieni di ricotta di bufala e parmigiano e conditi con crema allo zafferano. Una fresca purea di fragole con pepe e sorbetto al mango è il piacevole pre dessert prima del delizioso gelato di mandorle tostate, fiori di sakura salati e granita di rabarbaro con lamponi, degna chiusura di un pasto eccellente. Ben estratto il caffè, dalla crema persistente e piacevolmente aromatico.

AMBIENTE
Moderno ed elegante, con ampie vetrate, tavoli ben distanziati, bei tovaglioli di stoffa e una curata mise en place. Una saletta appartata è dedicata alla proposta Omakase, dove si mangiano tipiche pietanze giapponesi preparate a vista dagli chef in un percorso guidato.

SERVIZIO
Preciso, puntuale e gentile.

Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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