Salario minimo, sì della Camera al testo. Teatrino dell’opposizione: “Non in nostro nome”
Via libera della Camera, tra tensioni e sceneggiate dell’opposizione, alla proposta di legge sul salario minimo. Con 153 sì, 118 voti contrari e 3 astenuti, il testo ora va al Senato. Cori “vergogna, vergogna” dai banchi dell’opposizione, cartelli ‘Non in mio nome” e deputati che si spingono fin ai banchi del governo durante la votazione. Dopo l’antipasto di ieri con il teatrino di Giuseppe Conte che ha strappato in Aula i fogli con il testo di legge. Il vicepresidente di turno, Fabio Rampelli, ha dovuto sospendere la seduta per qualche minuto prima di procedere al voto.
Via libera di Montecitorio al salario minimo
La bagarre è scoppiata dopo l’intervento di Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, che ha chiuso le dichiarazioni di voto lanciando accuse precise alle opposizioni. “Nel nostro paese esiste la contrattazione collettiva applicata per circa il 95,6%. Va migliorata, rinnovata, perché se non fosse così siete voi i primi a certificare l’inadeguatezza delle sigle sindacali”. Così presidente della commissione Lavoro di Montecitorio. “Illustri giuslavoristi sentiti dalla commissione Lavoro per mesi ci hanno prospettato sulla proposta unitaria delle opposizioni (sul salario minimo, ndr) un rischio clamoroso. Cioè – spiega Rizzetto – che l’introduzione di una soglia di 9 euro lordi l’ora andrebbe a prefigurare la fuga dalla contrattazione collettiva di qualità. Per abbracciare una legge di rango primario, che è quella votata da Camera e Senato. Un rischio al ribasso”. Il vero capo dell’opposizione – ha concluso il parlamentare di FdI – non è il presidente Conte, non è il segretario Schlein: si chiama Landini. Lo stesso che qualche anno fa gridava allo scandalo di fronte all’istituzione di un salario minimo. Ma che oggi abbraccia questa proposta”.
Bagarre in aula, cori e cartelli ‘non in nostro nome’
Immancabile l’intervento ‘militante’ di Elly Schlein a favore di telecamere. “Il Pd pensa una cosa molto semplice che ‘lavoro’ e ‘povero’ non debbano stare più nella stessa frase. Voi avrete la rabbia di milioni di lavoratori che vedono calpestati i loro diritti. Tra qualche minuti prevarranno le luci verdi nel tabellone e applaudirete, convinti di avere vinto. Ma non illudetevi perché oggi voi avete perso”. Non è meno rabbioso la dichiarazione di voto di Valentina Barzotti dei 5Stelle. “Ho sentito la presidente Meloni dire che la questione del salario minimo la fa sorridere: si deve vergognare. Questa legge delega schiaccia l’opposizione per non darle il merito di aver messo sul tavolo un provvedimento ampiamente condiviso dai cittadini di questo Paese. membri della maggioranza vivono su un altro pianeta e oggi voglio riportarli sulla Terra”.
Meloni: perché in 10 anni di governo non l’avete fatto?
Tranchant il commento della premier Meloni. “La bagarre alla Camera sul salario minimo? Un po’ sorrido: M5S, Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa che va fatta in Italia. Ma in dieci anni al governo non l’hanno fatta. E mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo quando poi vanno a trattare i contratti collettivi. E accettano anche contratti con poco più di cinque euro all’ora. Bisognerebbe essere un po’ coerenti”.