Manifesti contro l’ideologia gender a Firenze: l’assessore Pd li fa togliere. FdI: stile sovietico
Censura in stile sovietico dell’assessore alle pari opportunità di Palazzo Vecchio Benedetta Albanese: ha infatti deciso di coprire i manifesti di Pro Vita & famiglia apparsi sabato notte negli spazi delle affissioni comunali di Firenze con scritto ‘Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole, stop gender e carriere alias’ sull’immagine delle gambe di un bambino con una calzatura da uomo e una calzatura da donna.
La censura dei manifesti Pro-Vita a Firenze smaschera il Pd: stile sovietico
«Riteniamo gravissima e inaccettabile la decisione, con la quale si è chiusa la bocca, anzi si è oscurata un’immagine, tra l’altro regolarmente pagata, a una libera associazione di cittadini” affermano i consiglieri comunali di FdI Iacopo Cellai e Alessandro Draghi che parlano di “immagine volutamente provocatoria certo, proprio per attirare attenzione sul tema, ma che non reca alcuna offesa a nessuno». Il Pd «non solo si dimostra intollerante ma pretende persino di stabilire quali manifesti si possano affiggere e quali no. Alla faccia della libertà di espressione. E sconcertano le dichiarazioni dell’assessore», riportate da Repubblica, «che bolla i manifesti come ‘lesivi dei diritti, discriminatori e inaccettabili». I manifesti che abbiamo visto affissi con Mao, Lenin e Stalin vanno bene ma quello di Pro Vita non s’hanno da vedere. Così ha stabilito l’assessore Albanese in pieno stile ex Unione Sovietica. E le sue dimissioni sono l’unica cosa accettabile».
«Un atto di censura politica e ideologica gravissimo, che vuole tapparci la bocca con un modus operandi degno dei peggiori regimi totalitari. Dopo aver provato a dar fuoco alla nostra sede di Roma, adesso arriva la rimozione dei manifesti, questo dimostra come in Italia la libertà di espressione sia fortemente sotto attacco». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, dopo gli atti vandalici di Firenze.
Decisione dittatoriale da parte dell’assessore Albanese
«Una decisione dittatoriale da parte dell’assessore esponente del PD – prosegue Coghe – che svela ancora una volta la natura anti democratica del partito guidato da Elly Schlein, la stessa che ha volutamente taciuto sulle violenze ai danni della nostra sede di Roma, il Sindaco Nardella resterà a guardare? I nostri manifesti contro il gender nella scuola, con la scritta ”Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias” e l’immagine delle gambe di un bambino con una calzatura da uomo e una calzatura da donna, sono stati coperti a Firenze, su ordine dell’assessore Benedetta Albanese».
«Un fatto così grave – aggiunge il portavoce di Pro Vita – deve portare alle immediate dimissioni dell’assessore Albanese, perché non è più ammissibile che rappresenti i cittadini e le famiglie fiorentine. La cosa veramente lesiva, infatti, non è il messaggio dei nostri manifesti, ma proprio ciò che denunciano, ovvero la pericolosa e illegale carriera alias e i progetti gender nelle aule dei nostri figli e nipoti, che rischiano di far credere a bambini e adolescenti che si possa davvero ”nascere nel corpo sbagliato», portandoli così anche al cambio di sesso sociale o addirittura chirurgico con conseguenze spesso irreversibili».