Malagrotta, la Procura sequestra le telecamere. Domani il sopralluogo della Commissione d’inchiesta
I magistrati della Procura di Roma hanno aperto un fascicolo di indagine in relazione all’incendio divampato domenica all’impianto di Malagrotta per lo smaltimento dei rifiuti.
I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, hanno ricevuto una prima informativa dei vigili del fuoco e procedono per il reato di incendio doloso: hanno già disposto il sequestro delle telecamere di sorveglianza e ulteriori accertamenti per capire le cause dell’incendio. Che non è certo il primo.
La storia di Malagrotta è funestata di “incendi” sospetti come ha ricordato il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle Ecomafie, il leghista Jacopo Morrone annunciando che l’organismo bicamerale domani farà un sopralluogo nella discarica di Malagrotta.
“Bisogna approfondire e cercare di capire cosa c’è dietro, se c’è qualcosa. E comunque in nessuna maniera si deve arrestare quel processo di modernizzazione della raccolta e smaltimento dei rifiuti che la città eterna merita – dice il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, anche lui membro della Commissione. – Credo che oggi sia venuto il tempo di portare Roma al passo con le altre città, non solo europee ma anche italiane rendere finalmente Roma libera dai rifiuti, civile e al passo con i tempi”.
“La continua emergenza dei rifiuti nella Capitale, la carenza di impianti di trattamento, da cronica sta diventando insostenibile per Roma – aggiunge il deputato di Fratelli d’Italia, Massimo Milani. – In attesa dell’esito delle indagini, per quanto appaia difficile che l’origine del rogo sia stata accidentale, resta il problema di come il sindaco, Commissario per l’emergenza rifiuti, voglia risolvere il problema della raccolta e trattamento dei rifiuti urbani in città”.
“Per Fratelli d’Italia solo la realizzazione di molteplici impianti, con tecnologie diversificate, è la risposta attesa per migliorare la percentuale di riciclo e fornire una ridondanza impiantistica indispensabile per contrastare la dipendenza dai pochissimi impianti di trattamento ormai rimasti attivi”, conclude Milani.
In occasione del sopralluogo della Commissione Ecomafie, il Comitato ‘Valle Galeria Libera’ ha promosso un sit-in per dire “basta impianti nella Valle Galeria, Basta altri disastri ambientali” chiedendo, inoltre, l’avvio della riqualificazione del territorio di Malagrotta.
Intervistato dall‘Adnkronos, Claudio Fetoni del Comitato Valle Galeria Libera, spiega il senso dell’iniziativa: “nessuna protesta, solo la richiesta a chi sarà lì domani, politici o rappresentanti istituzionali, di riqualificare, una volta per tutte, Valle Galeria, un territorio martoriato da 50 anni”.
Intanto, attraverso una nuova ordinanza del sindaco Gualtieri, è stato ridotto, da 6 a 3 chilometri, il raggio di azione in cui permangono le restrizioni.
Dopo il rogo, sono stati intensificati anche i controlli su tutti i prodotti agroalimentari.
“All’inizio sono stati considerati solo 6 chilometri dal luogo dell’incendio, non tenendo conto che la nube di fumo, appena scoppiato l’incendio e per tutta la giornata, si è direzionata verso Est. Quindi – aggiunge Fetoni – tutte le colture che sono da quella parte fino alla zona della Flaminia, Collina Fleming, dove mi è stato riferito che si è sentita la puzza, si sono cibate le stesse diossine. L’ordinanza del sindaco mi fa un po’ sorridere. Noi, comunque, per ora ce ne guardiamo bene dal consumare frutta e verdura”.
Ovviamente, sul fatto proseguono serrate le indagini e non si esclude nessuna ipotesi. “Che ci possa essere dolo credo sia un sospetto evidente un po’ a tutti”, dice Fetoni.