La strategia di Israele per espugnare Gaza: allagare i tunnel di Hamas. Ma sul piano incombe l’incognita ostaggi

5 Dic 2023 15:15 - di Lorenza Mariani
tunnel Hamas

Dopo i raid aerei degli israeliani e la controffensiva palestinese a suon di razzi, le ostilità riprese a pieno regime dopo l’interruzione brusca della tregua tornano a puntare i riflettori sulla rete di gallerie e quel labirinto di cunicoli che scorre per 500km sotto Gaza. Su quei sistema di tunnel di Hamas, e di passaggi sotterranei dell’enclave palestinese che sarebbe più lungo della metropolitana di Londra. Ebbene, secondo il Wall Street Journal, pensando a quella dimensione sotterranea d’attacco, i militari israeliani hanno installato a metà novembre cinque pompe idriche a nord di Gaza City.

Secondo fonti Usa, Israele vuole allagare i tunnel di Hamas a Gaza

L’obiettivo? Allagare la rete di tunnel usati da Hamas e da altri gruppi armati nella Striscia di Gaza per renderli inutilizzabili. Sarebbe questa l’ultima strategia dei militari israeliani nel contesto delle ostilità esplose dopo il terribile attacco del 7 ottobre in Israele. Il Wall Street Journal, che cita fonti Usa, menziona il piano delle forze armate israeliane cominciato con l’installazione – a metà novembre – di cinque pompe idriche piazzate a nord di Gaza City.

Secondo il WSJ, i militari israeliani hanno installato a novembre cinque pompe idriche a nord di Gaza City

La Bbc, dando credito alla notizia trapelata a mezzo stampa, ha chiesto loro un commento, ma per ora i militari si limitano ad affermare di verificare le indiscrezioni. Una “non risposta” a seguito della quale la rete britannica ha dovuto precisare di non poter confermare le ultime notizie in modo indipendente. Eppure, ricordano i media internazionali, nel 2015 l’Egitto utilizzò l’acqua del Mediterraneo per allagare una rete di centinaia di tunnel lungo il confine con Gaza. Un’operazione, quella egiziana di otto anni fa, che scatenò le ire a Rafah, dove furono denunciati ingenti danni alle coltivazioni. Nel 2021, prosegue poi la Bbc, le forze dell’Idf affermarono di aver distrutto con raid aerei più di 100 chilometri di tunnel a Gaza. Una rete labirintica sotterranea, però, a proposito della quale Hamas ha sempre parlato di un intreccio di gallerie lungo oltre 500 chilometri…

Allagare i tunnel di Hamas, i precedenti e i possibili rischi della strategia militare al vaglio

Ma il problema non è rappresentato solo dall’estensione del perimetro sotterraneo e dalle possibili reazioni di terzi. Di mezzo, infatti, c’è anche la questione dell’impatto ambientale di iniziative come quella all’esame. Pompare acqua salata, infatti, potrebbe comportare anche danni per la falda acquifera sotterranea. L’operazione, pertanto, potrebbe rendere estremamente difficile coltivare la terra di Gaza. Non solo: quello che è stato immagazzinato negli anni nei tunnel potrebbe finire oltretutto per contaminare il terreno.

Il nodo degli ostaggi (forse nei tunnel di Hamas) e il fattore tempo

Infine, la questione forse ancora più stringente e dirimente oggi – a differenza di altre fasi militari e strategie belliche alternative – che complica, e non poco, lo scenario è quella della presenza degli ostaggi, rapiti il 7 ottobre in Israele. E da allora trattenuti nella Striscia. Hamas afferma da quel terrificante giorno del massacro e dei sequestri di civili, che molti di loro si troverebbero in «luoghi sicuri e nei tunnel». E dato che l’operazione che, secondo il Wall Street Journal, sarebbe nei piani dei militari israeliani, potrebbe richiedere settimane di tempo per compiersi. Tempo che consentirebbe ai combattenti di Hamas di spostarsi altrove, portando potenzialmente con loro gli ostaggi, rendendoli ancora una volta, introvabili…

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