La destra dal Msi a FdI: il libro di Gennaccari visto da Menia e Frassinetti. Premio Atreju alla campionessa di karate
Coerenza, interesse nazionale, idea di Europa ante litteram, sogno comunitario in un percorso senza strappi. Questo il filo rosso del libro di Federico Gennaccari e Adalberto Baldoni “La traversata della destra. Dal Msi a Fratelli d’Italia e al governo Meloni”, presentato ad Atreju nella sala Enrico Mattei al termine di una giornata densissima di convegni politici, cenacoli, intrattenimento e sport,
La traversata della destra. Dal Msi a FdI ad Atreju
Intervistati dalla giornalista Incoronata Boccia, oltre a Gennaccari, Roberto Menia, senatore di FdI, Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, e Salvatore Deidda, senatore di FdI. Accomunati da una comune militanza decennale, tratteggiano l’identikit di quella destra missina, spesso distorta dall’ignoranza e dai pregiudizi, che porta dritto dritto all’attuale esperienza di governo.
Gennaccari: oltre gli stereotipi e l’ignoranza della storia
“Una storia di esuli in patria, è vero”, dice Gennaccari, che sottolinea la mole di lavoro dietro un’opera che vuole superare gli stereotipi e fornire, carte alla mano, una panoramica a tutto tondo sulla destra, da quella missina a quella meloniana, dopo la lunga traversata nel deserto. “C’è anche tanta sinistra sociale alle origini di un’esperienza politica che arriva fino a Palazzo Chigi”.
Frassinetti: abbiamo una storia culturale gloriosa
“Non c’è futuro senza passato. La destra ha una storia gloriosa anche culturalmente”, dice Frassinetti dopo la domanda-provocazione sull’ipotesi di inserire il libro di Gennaccari e Baldoni nei testi scolastici. “Ricordo le tante riviste culturali, importanti e anticipatrici. C’è un profondo filo rosso che lega il Msi a oggi”, sottolinea la sottosegretaria all’Istruzione. E ricorda il coraggio, troppo trascurato, della nascita di Fratelli d’Italia. “Quando ci siamo ritrovati nella galleria dei presidenti alla Camera e ci siamo detti ‘se non facciamo qualcosa qui spariamo dal Parlamento. Facciamo un nuovo partito, proviamo. Smentiti anche i luoghi comuni sulla scarsa cultura politica del passato.
Deidda: avevamo già negli anni 60 una grande classe dirigente
“Gia nel 1952 la destra governava comuni e amministrazioni del territorio. Abbiamo avuto una classe dirigente invidiabile “, sottolinea Deidda. “Facevamo nelle sezioni quello che ora facciamo nella commissioni parlamentari. Non siamo cambiati. Restiamo con la stessa umiltà e forza ideale di allora. Ci hanno insegnato che gli avversari si battono con la forza delle idee. E così abbiamo fatto”.
Passione e impegno quotidiano ricordati anche da Menia. “Non decidevamo nulla eppure studiavamo e parlavamo fino a notte fonda come se potessi decidere le sorti dell’Italia”, dice il parlamentare triestino che poi citerà i pericolosi “sognatori di giorno” di Laurence d’Arabia e la “nostalgia del mare” di Saint-Exupéry. “Sognavamo l’Europa delle cattedrali, l’Europa dei popoli, il crollo del Muro di Berlino”. E quanto orgoglio nel poter dire oggi a von der Leyen, preoccupata all’indomani della vittoria elettorale di FdI, che non c’è stato bisogno dell’intervento dell’Europa per mettere sotto tutela l’Italia ‘vittima’ del primo governo di destra-centro del dopoguerra. Perché la prima donna premier ha sbaragliato tutti i pronostici negativi delle Cassandre della sinistra.
Il premio Atreju a Claudia Tagliaferro
La maratona della terza giornata si conclude con la consegna del Premio Atreju alla bionda e sorridente campionessa del mondo di karate juniores Claudia Tagliaferro. Esempio di amore, sacrificio e duro allenamento. Ma anche orgoglio italiano. Dopo una breve intervista alla campionessa, con i genitori in platea, i parlamentari Raffaele Speranzon e Manlio Messina consegnano la statuetta di legno con Atreju e l’immancabile tricolore.