La cittadella di Atreju a Castel Sant’Angelo: eleganza, luci natalizie, miti e suggestioni pop

15 Dic 2023 18:01 - di Romana Fabiani

Dibattiti densi, parterre royale, ministri, sottosegretari, vip del giornalismo e della cultura. E domani il gran finale con la premier e leader Giorgia Meloni e pezzi da novanta delle cancellerie di mezza Europa. Ma anche chi è fuori dal dibattito politico e non ha tessere di partito ad Atreju può trascorrere un bel pomeriggio. Luci natalizie ovunque, mercatini con casette di legno stile nord Europa, giardini all’italiana alla spalle della Mole Adriana, una gigantesca cometa che occhieggia davanti al portale della kermesse di Fratelli d’Italia. Ovunque stand, da quello librario a quello della Guinnes, dalle associazioni di volontariato passando per quello dei presepi natalizi con corni rossi portafortuna (solo 6 euro) e pregiate statuette di Pulcinella dai prezzi non proprio popolari.

Alla cittadella di Atreju non solo politica

Il villaggio della festa del primo partito italiano, dedicata all’orgoglio italiano ritrovato, ai piedi di Castel Sant’Angelo, sapientemente illuminato da fascioni di luce tricolore, è un piccolo capolavoro. Qualcuno, il Foglio in primis, ha ironizzato e gigioneggiato sui costi dell’operazione e la presunta opulenza. Il classico pezzo di ‘colore’ è diventato un saggio sociologico di come si cambia. Un po’ poco per stroncare la quattro giorni meloniana.

Parterre de roi e un villaggio da manuale di storia dell’arte

Inevitabili e scontati i paragoni con le prime edizioni della festa inaugurata nel 1998 da un manipolo di ragazzi pionieri e creativi di Alleanza nazionale. Molta strada è passata, dopo la traversata nel deserto degli anni della ghettizzazione. E anche il colpo d’occhio è un altro. La location del villaggio è forse la più suggestiva di sempre, anche se il parco del Celio e l’Isola tiberina, solo per fare due esempi di siti che hanno ospitato Atreju in passato,  non sono secondi a nessuno. Il villaggio all’ombra di Castel Sant’Angelo, al quale ha messo mano Roberto Fantauzzi, patron di Lux Eventi (che firma le kermesse natalizie e non solo di Villa Borghese) è sapientemente allestito in una miscela di riferimenti politici e culturali di forte impatto emotivo (piazza dell’Orgoglio italiano, via Perlasca) e di sapori pop. Il tutto sotto la supervisione del capo dell’organizzazione Giovanni Donzelli  e di Luca Sbardella.

Il villaggio di Castel Sant’Angelo: eleganza e pop

Al centro del villaggio un gigantesco e suggestivo Albero di Natale stilizzato e argentato. La pista di pattinaggio, fiore all’occhiello della cittadella di Atreju, dove si sono esibiti anche alcuni parlamentari, attira famiglie e ragazzini che con il Palazzo hanno ben poco a che fare. Venite con le famiglie, è stato l’appello decisamente ascoltato dei promotori della festa durante la conferenza stampa di presentazione. “Quest’anno, diciamolo, abbiamo fatto un grande lavoro”, dicono alcuni militanti di FdI, orgogliosi dell’effetto finale. Le due  enormi tensostrutture che ospitano i dibattiti, politici e non solo, portano il nome di sala Emanuela Loi e sala Enrico Mattei. Niente è lasciato al caso anche perché la scaletta degli ospiti di Atreju va da Elon Musk a  Osho.

Rotondi: Atreju è la nostra Saint Vincent

Sarà per questo mix di colori, luci abbaglianti e spessore nei temi proposti che Gianfranco Rotondi  si lascia andare a complimenti non proprio formali. Arrivando al villaggio Atreju, accompagnato dalle figlie per assistere al dibattito sulla transizione ecologica, il presidente Dc parla di opere d’arte da tutelare. “Atreyu é come la nostra ‘Saint Vincent’, sono i soli momenti di discussione sopravvissuti nel tempo della politica intesa come propaganda , ormai anche la ‘festa dell’Unita’ é diventata il luogo della propaganda e non del dialogo”. Parlava dei dibattiti, certo, ma anche la cornice fa la differenza.

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