I dem Usa si spaccano su Trump: batterlo nelle urne, non ostacolarlo con i giudici

29 Dic 2023 16:32 - di Roberto Frulli

I dem Usa si spaccano su Trump e sui fantasiosi tentativi che alcuni di loro stanno mettendo in atto per ostacolare la sua corsa alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali del 2024 utilizzando i giudici amici.

L’ultima trovata è quella di impedire, con un trucchetto, a Trump di candidarsi: sono andati a rispolverare una norma addirittura del 1868 che venne  creata per impedire che funzionari civili o militari che avevano servito gli Stati Uniti prima della Guerra civile riguadagnassero posizioni di autorità.

La norma, in particolare Sezione 3 del 14° emendamento della Costituzione statunitense, in questi giorni viene ampiamente utilizzata in vari Stati dai democratici per ottenere dai magistrati amici un altolà a Trump.

Vari Stati hanno fatto questa scelta ma, inaspettatamente, nello Stato Usa più orientato a sinistra, c’è chi proprio fra i democratici dice no spaccando a metà il partito che è certo di perdere le elezioni nel momento in cui il tycoon si candidasse.

Shirley Weber, segretario di Stato democratica, infatti si è rifiutata di rimuovere il nome dell’ex-presidente dalla scheda elettorale delle primarie repubblicane del 5 marzo, nonostante a richiederlo fosse stata addirittura la vice governatrice Eleni Kounalakis, anche lei democratica.

La scorsa settimana Kounalakis aveva chiesto che lo Stato valutasse “ogni opzione legale” per dichiarare ineleggibile l’ex-presidente, il giorno dopo che la Corte Suprema del Colorado aveva ritenuto applicabile a Trump la sezione 3 del 14esimo emendamento.

Una posizione che ieri è stata condivisa dal segretario di Stato del Maine, la democratica Shenna Bellows, che ha escluso Trump anche dalle primarie di questo stato.

Invece, Weber ieri ha pubblicato l’elenco dei candidati che compariranno nella lista delle primarie repubblicane, inserendo il nome di Trump.

E questo dopo che la scorsa settimana aveva risposto alla richiesta di Kounalakis ricordando di aver avuto varie richieste in questa direzione: “per quanto siamo d’accordo sul fatto che l’attacco a Capitol Hill e il coinvolgimento del presidente sia stato orribile, ci sono complesse questioni legali” connesse ad una sua eventuale esclusione dalle liste elettorali.

Weber ha garantito che “continuerà a valutare” le diverse opinioni, in particolare un eventuale, e atteso, pronunciamento della Corte Suprema.

La posizione di Weber appare in linea con quella del governatore Gavin Newsom il quale – di fronte alle richieste di Kounalakis ed altri esponenti dem – ha detto che Trump costituisce “una minaccia alle nostre libertà”, ma deve essere battuto nelle urne, mentre ogni tentativo di tenerlo fuori dalle schede elettorali rischia di essere “una distrazione politica”.

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