Grillo jr, la vittima scoppia in lacrime: “Quella notta mi sono sentita una preda”. La difesa vuole far vedere i video

13 Dic 2023 17:08 - di Redazione

E’ iniziata davanti al Tribunale di Tempio Pausania la nuova udienza del processo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e dei suoi tre amici, accusati di stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese. La vittima è scoppiata a piangere rispondendo alle domande dei difensori. “Quella notte – ha detto – mi sono sentita una preda”.

La difesa dei quattro imputati, Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, vorrebbe portare in aula gli spezzoni del video, girato dagli stessi ragazzi, per “dimostrare che la giovane era consenziente ai rapporti sessuali”.

La studentessa non ha mai visto quei filmati: “Non ne ha mai voluto sapere niente – ha precisato nei giorni scorsi l’avvocato Giulia Bongiorno, che assiste la giovane – Un video sconvolgente e non so cosa succederà quando li vedrà“. In aula saranno esaminate anche chat, foto e conversazioni telefoniche intercorse tra i ragazzi nei giorni successivi all’accaduto.

Anche nella precedente udienza la ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici aveva detto tra le lacrime che dopo la notte dello stupro di gruppo aveva tentato il suicidio e che attualmente compie atti di autolesionismo e ha disturbi alimentari. Secondo la sua versione fu Lauria ad obbligarla a bere da una bottiglia di vodka tenendola per il collo e la testa.

Il processo è stato anche occasione di uno scontro tra Giulia Bongiorno e Beppe Grillo che l’ha accusata, nello show di Fabio Fazio, di fare “comizietti” davanti al tribunale. Grillo si è meritato un durissima replica dalla Bongiorno:  “Il signor Grillo ha cercato di trasformare in show persino il dramma che questa ragazza sta vivendo, ridacchiando, gridando e definendo “comizietto” il mio intervento. Forse ha usato il diminutivo “comizietto” perché non mi ritiene in grado, in quanto donna, di tenere un vero comizio, ma quel che è davvero grave è che con questa tecnica della ridicolizzazione si finisce per massacrare per la seconda volta chi ha denunciato”.

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