Giallo di Via Poma, chiesta l’archiviazione. La famiglia di Simonetta: nuovo esposto con informazioni molto rilevanti

13 Dic 2023 13:37 - di Greta Paolucci
Giallo Via Poma

Giallo di Via Poma, ancora buio. Ancora sospetti e piste: ma sul mistero dell’omicidio di Simonetta Cesaroni nessuna risposta e nessun colpevole. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, riaperta nel marzo dello scorso anno, sull’omicidio della ragazza romana, uccisa con 29 coltellate nell’agosto del 1990 in quella tranquilla via del quartiere residenziale capitolino che è Prati.

Giallo di Via Poma, la Procura di Roma chiede l’archiviazione della nuova indagine

Il nuovo fascicolo, aperto per omicidio volontario contro ignoti, era stato avviato dopo l’esposto presentato dai familiari di Simonetta. Al termine delle indagini svolte dai magistrati capitolini con la sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Piazzale Clodio. Con l’audizione di più venti persone nella veste di persone informate sui fatti. E dopo aver rianalizzato gli atti dei processi che si sono svolti, è stata sollecitata al gip l’archiviazione. Al termine dei nuovi accertamenti svolti non sono emersi, a quanto si apprende, nuovi elementi utili. Di qui la richiesta di archiviare il cold case per eccellenza. Un giallo irrisolto che tra indagini, depistaggi, la scomparsa di testimoni chiave e processi finiti nel nulla, sembra destinato a non risolversi.

Dopo 33 anni dall’omicidio, non c’è ancora un colpevole

O quanto meno, non sarà neppure la nuova indagine avviata in seguito all’esposto dei familiari della vittima a dare risposte. Un giallo, quello dell’efferato omicidio di Simonetta Cesaroni,  su cui decenni di indagini, processi e un infinito numero di piste investigative non sono riusciti a fare luce e a individuare con chiarezza il profilo dell’assassino. Un killer che ancora oggi, a distanza di 32 anni, resta avvolto nel mistero e nel buio di sospetti e dubbi. Gli stessi, fermi a 33 anni fa, quando l’allora ventenne Simonetta fu colpita a morte dai fendenti che il killer le ha sferrato senza pietà, in quell’appartamento al terzo piano di uno stabile nel cuore del quartiere Prati, dove aveva sede l’ufficio dell’Associazione alberghi della gioventù.

Giallo di Via Poma, le speranze riposte nella nuova indagine sul misterioso “cold case”

E così, anche il nuovo procedimento, in cui si procedeva per omicidio volontario contro ignoti, (avviato nel marzo del 2022 ndr), e in cui si chiedeva di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti nelle indagini precedenti, finisce nelle teche dell’archiviazione. Ma un Paese intero non rimuove dai cassetti della memoria quel delitto, inspiegabile, che ha segnato nel sangue e nello sconcerto, gli anni Novanta, riecheggiando con veemenza anche nei decenni successivi. Una cicatrice che nell’opinione pubblica ha continuato a sanguinare, riaperta un’ultima volta con il fascicolo del marzo di un anno fa, siglato come modello 45. Ossia senza indagati o ipotesi di reato. Ma poi incardinato per omicidio volontario contro ignoti.

Giallo di Via Poma, anche riavvolgendo il nastro, si è tornati al punto di partenza

Ancora una volta, però, come dopo l’ultima sentenza sull’omicidio – che risale al febbraio del 2014 – con la pronuncia della Cassazione che confermò l’assoluzione di Raniero Busco, l’ex fidanzato della ragazza, che in primo grado era stato condannato a 24 anni di carcere (verdetto ribaltato già in appello), indagini, audizioni. Riscontri e supposizioni non hanno portato all’assassino. Anche riavvolgendo il nastro, tutta una serie di audizioni delle forze dell’ordine a cui i pm di Piazzale Clodio hanno affidato le indagini. Le verifiche sugli alibi. L’ascolto di persone entrate in contatto, in passato, con personaggi lambiti dalle inchieste, hanno riportato al punto di partenza e di arrivo, purtroppo.

Un intricato coacervo di ipotesi e sospetti

A quel un dedalo infinito di ipotesi. Come a quella cerchia di sospettati che si sono avvicendati sulla scena investigativa. Una realtà di verità parziali, legate a documenti già analizzati e finiti negli atti dei vecchi procedimenti. E a una galleria di personaggi che si sono avvicendati per oltre trent’anni sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti senza che, una nuova visione, consentisse però di arrivare a una verità definitiva e certa.

Giallo via Poma, il legale della famiglia: «A novembre nuovo esposto con informazioni molto rilevanti»

Eppure, malgrado la richiesta di archiviazione della Procura dell’inchiesta che era stata riaperta nel marzo dello scorso anno, la famiglia di Simonetta Cesaroni non si dà per vinta. Il 16 novembre scorso abbiamo depositato un ulteriore esposto con delle informazioni molto rilevanti per le quali la Procura avrebbe dovuto procedere subito ad accertamenti nell’immediatezza». Lo fa sapere l’avvocato Federica Mondani, legale dei familiari di Simonetta Cesaroni. Sul nuovo esposto presentato, la legale aggiunge anche: «Se l’informazione che abbiamo ricevuto attraverso i nostri sistemi investigativi risultasse vera cambierebbe lo scenario – dice all’Adnkronos – e potrebbe assumere toni molto rilevanti. Si tratta di un nuovo esposto con informazioni di grande rilievo, per le quali si è chiesto alla procura di indagare nell’immediatezza per la delicatezza della questione».

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