Fabrizio Corona tra finzione e realtà: la sua vicenda sembra una sceneggiatura di Quentin Tarantino
Fabrizio Corona ha avuto un’altra condanna. Sette mesi per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti. Ovviamente è solo una condanna di primo grado.
Il punto è un altro. Corona danneggiò l’autoambulanza che lo prelevò dal reparto di psichiatria in cui era ricoverato per riportarlo in carcere. Doveva scontare una pena, del tutto eccessiva, per i reati commessi quando di fatto chiedeva soldi per non pubblicare foto compromettenti.
Fabrizio Corona tra finzione e realtà
Dodici anni di carcere per reati bianchi ( uno dei quali compiuto sul calciatore Trezeguet che smenti l’estorsione e non si costituì parte civile) sono un’enormità .
Ma tutto ciò che ruota intorno a Corona sembra essere stato scritto da Quentin Tarantino. Una continua diaspora tra finzione e realtà, la spettacolarizzazione di tutto, essere sempre al centro dell’attenzione ma non per mero narcisismo quanto per il vil denaro. Durante quella sceneggiata, Fabrizio ( difeso da un ottimo avvocato, Ivano Chiesa) ebbe il conforto pubblico di uno dei più famosi criminologi (lo dico al maschile per non fare capire chi è) che parlò di una grave condizione mentale.
Fabrizio Corona, la perizia psichiatrica
La perizia lo ha dichiarato pienamente capace di intendere. E sarebbe interessante capire cosa abbia detto e scritto il perito. La definizione migliore di Corona è irripetibile e riguarda un famoso detto romano. Annusa come un cane da tartufo qualsiasi business mediatico e non si cura delle conseguenze dell’esposizione al pubblico ludibrio di persone che hanno il solo difetto di essere famose. Parla tranquillamente di tradimenti e infedeltà di coppie importanti, come se essere personaggi pubblici significhi poter essere trattati senza alcuna cautela. Se proprio volessimo utilizzare le categorie delle definizioni è un antisociale, uno che se ne frega altamente degli altri.
Si nutre degli attacchi
Eppure dimostra intelligenza, non è uno sciocco e potrebbe tranquillamente utilizzare la fitta rete di conoscenze di cui è a disposizione per fare un lavoro pulito.
Non è un giornalista ma di fatto è il giornalista più importante che ci sia. Si nutre degli attacchi che gli fanno ma fa fatica a cambiare. E intanto aspettiamo ancora l’esito di quella perizia.