E’ morto Jacques Delors, ex presidente della commissione europea. Aveva 98 anni

27 Dic 2023 20:20 - di Redazione
jacques Delors

E’ morto all’età di 98 anni Jacques Delors, uno degli artefici dell’Unione Europea e dell’Unione monetaria. L’ex presidente della Commissione Europea, tra il 1985 e il 1995, infatti, è stato uno dei principali promotori delle iniziative normative e delle riforme economiche che porteranno alla creazione del mercato comune prima e della moneta unica poi. Dopo Wolfgang Schaeuble scompare un altro  protagonista degli ultimi 50 anni. Nato a Parigi il 20 luglio 1925, Delors proviene da una famiglia originaria dalla Corrèze. Laureato in giurisprudenza nel 1950, Delors inizia alla Banque de France dove aveva lavorato anche suo padre. Diventa sindacalista alla Confederazione Francese dei Lavoratori Cristiani (Cftc) (‘I sindacati per me sono la difesa degli interessi materiali e morali dei lavoratori, sono per me indispensabili’, ha spiegato in un’intervista a ‘France 5’ del maggio del 2022).

Delors, democristiano, aderì al partito socialista

Tra il 1945 e il 1962 lavora alla direzione dei titoli e del mercato monetario della banca centrale francese. Democristiano (non ha mai nascosto le sue convinzioni religiose, ‘essere cattolico, essere credente per me, non è importante ma vitale’, aveva spiegato in un’intervista ‘France 5’ del maggio del 2022), Delors dal 1969 al 1974 è segretario generale presso il primo ministro per la formazione professionale e la promozione sociale: fino al 1972 presso il premier Jacques Chaban-Delmas e dopo presso Pierre Messmer. Dal 1973 al 1979 è membro del Consiglio generale della Banca di Francia e dal 1974 al 1979 è professore di gestione all’Università Paris-Dauphine.

Tajani: “Ha segnato il percorso di rafforzamento dell’Europa”

“Con la scomparsa di Jacques Delors viene a mancare una personalità che ha segnato, sulla base di valori cristiani, il percorso di rafforzamento dell’Europa”, ha scritto il ministro degli Esteri e Vice Premier Antonio Tajani su Twitter. “Alla sua famiglia il mio sentito cordoglio. Porteremo avanti le sue idee per un’Europa più forte ed unita”, ha aggiunto.

Nel 1974 Delors aderisce al partito socialista. Nel 1979 Delors viene eletto deputato europeo. Nel 1981 viene nominato ministro dell’Economia e delle Finanze durante la presidenza di Francois Mitterrand. Un incarico che manterrà fino al 1984. Dal 1983 al 1984 è sindaco di Clichy (in periferia di Parigi). Nel 1985 viene eletto presidente della Commissione Europea. Resterà presidente per 10 anni fino al 1995 durante i quali rilancerà la cooperazione europea e promuoverà l’integrazione. “Delors ha fatto quello che sapeva fare meglio, cioè immaginare. E’ arrivato a Bruxelles con il suo progetto socialdemocratico e con l’obiettivo di portare avanti il progetto interno”, ha detto a ‘France Info’, Pascal Lamy, l’ex direttore generale del Wto ed ex Commissario Ue e amico di Jacques Delors.

L’era Delors, sottolinea ancora Lamy, “è il momento europeo che tutti ricordano. Quando le cose vanno bene, diciamo: ‘Ai tempi di Delors, le cose andavano meglio’, e quando le cose non vanno bene, diciamo : ‘Con Delors, le cose andrebbero meglio. Aveva una visione e un metodo che hanno permesso di rilanciare l’integrazione come progetto storico. Rimarrà un modo di pensare estremamente strutturato e un metodo che consiste in un misto di pedagogia, di negoziazione e talvolta di astuzia. Sarà ricordato come uno dei pensieri che hanno costruito l’Europa. Era sia un architetto che un muratore”.

Il paradosso di Delors secondo “Le Monde”

Jacques Delors, che è il padre della sindaca di Lilla, Martine Aubry, ricorda ‘Le Monde’, “era un vero socialista, rivoltato dalle ingiustizie e desideroso di cambiare il corso degli eventi. La storia ricorderà, però, che è stato uno di quei grandi democristiani che hanno fatto l’Europa. Questo è rappresenta tutto il suo paradosso. Nominato nel 1985 alla guida della Commissione delle Comunità europee, il bulimico autodidatta, che aveva militato in un sindacato cristiano, ha incarnato l’età d’oro della Commissione costruendo, insieme a François Mitterrand e Helmut Kohl, la via verso l’euro”. Ma in Francia, sottolinea il quotidiano francese, “è l’uomo del rigore, il ‘lamentoso Geremia’ (in riferimento alle lamentazioni del profeta Geremia, ndr) come veniva deriso da Raymond Barre (premier francese dal 1976 al 1981, ndr), l’indeciso che ha fatto nascere il desiderio di vederlo candidarsi alle elezioni presidenziali del 1995 prima di rinunciare. Questo mancato appuntamento con i francesi lo torturò. ‘O mentivo al paese o mentivo ai socialisti'”, ha spiegato parlando del suo possibiel progetto per la Francia. “Ma alla fine della sua vita, confidò a Le Monde: ‘A volte, sì, mi pento di non aver osato, forse mi sono sbagliato'”.

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