Basta un urlo per diventare idoli della sinistra: sono impazziti per Vizzardelli, il loggionista della Scala

9 Dic 2023 11:37 - di Davide Ventola
Vizzardelli

Il nuovo idolo della sinistra italiana si chiama Marco Vizzardelli, ha 65 anni, collabora con una rivista di ippica e ha guadagnato le pagine dei quotidiani gridando “Viva l’Italia antifascista” durante la prima della Scala. Basta poco per fomentare i partigiani da tastiera, che faticano a esaltarsi con gli eloqui di Conte e della Schlein o gli sproloqui di Fratoianni e Bonelli. Invece con Vizzardelli, storico loggionista della Scala, si sono accesi.

Il pubblicista milanese da esperto di trotto a paladino della sinistra

Vizzardelli, che sostiene di aver assistito ad appena 10 anni alla Quinta di Beethoven diretta da Herbert von Karajan, è diventato ricercatissimo dai quotidiani politici e dalle agenzie. Intervistato come il nuovo faro dell’opposizione, il collaboratore della rivista Equos Trotto & Turf, regala perle di saggezza democratica: «”Viva l’Italia antifascista”, mi è venuta di getto, è stato lo sfociare logico di tutta una riflessione precedente. Ma ho detto una cosa lapalissiana, non mi aspettavo proprio tutto questo can-can», dice il pubblicista milanese, che sembra caduto dalle nuvole.

Al Giorno racconta lo stupore di quanto accaduto alla fine del primo atto. «Quando si sono accese le luci in sala, un agente in borghese mi ha mostrato il distintivo e mi ha chiesto i documenti. ‘”Perché? Cosa ho fatto di male?”, ho risposto. E me ne sono andato. Poco dopo, sono arrivati altri quattro poliziotti in borghese, che si sono qualificati come appartenenti alla Digos. Mi hanno spiegato che dovevano identificarmi e che se mi fossi rifiutato di fornire un documento avrei commesso un reato».

«A quel punto – prosegue Vizzardelli – l’ho buttata sul ridere: Se avessi detto “Viva l’Italia fascista”, avreste dovuto prendermi e mandarmi fuori, ma così no… a quel punto, anche loro si sono messi a ridere. La situazione era tranquilla: pensi che ho fotografato da solo il mio documento elettronico e ho inviato lo scatto via Whatsapp a uno di loro». Vizzardelli dichiara di essere di «centrosinistra, ma soprattutto non razzista e non fascista: il nero come la pece è una cosa che mi urta profondamente e che non riesco a tollerare».

Da Schlein a Sala a sinistra intonano Vizzardelli d’Italia

A chiarire la questione è arrivata anche una comunicazione della Questura di Milano. L’identificazione «è stata effettuata quale modalità ordinaria di controllo preventivo per garantire la sicurezza della manifestazione»  e «non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase». Se urli alla prima della Scala, un loggionista di antica data dovrebbe saperlo, ci sta che ti chiedano i documenti per capire se sei pericoloso o solo uno dei tanti esibizionisti, tanto amati dalla sinistra.

Non a caso sui Social gli hashtag #identificarsi e #vivaliataliaantifascista sono stati a lungo tra i più popolari, rilanciati anche da molti esponenti del centrosinistra a partire dal Pd e dalla sua segretaria Elly Schlein e anche il sindaco Giuseppe Sala. Alla sinistra basta poco: tutti in coro a intonare Vizzardelli d’Italia. 

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