Basilica gremita, in 8mila sul sagrato per i funerali di Giulia. Applausi e rumore per non dimenticare

5 Dic 2023 14:15 - di Stefania Campitelli

Applausi al momento dell’entrata del feretro di Giulia Cecchettin in Chiesa, la Basilica di Santa Giustina a Padova è stracolma, nella piazza del sagrato un tappeto di teste, tra lacrime e commozione. Bara bianca e un cuscino di rose gialle per l’ultimo saluto alla studentessa di 22 anni di Vigonovo uccisa per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

Basilica stracolma per i funerali di Giulia Cecchettin

Il feretro è seguito dal papà, Gino, dalla sorella Elena, che più volte durante la cerimonia abbraccia il padre, e dal fratello Davide attonito. I familiari indossano un fiocco rosso simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Tra i partecipanti alle esequie tutte le istituzioni locali, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha proclamato il lutto, e per il governo il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Tante le corone delle autorità: quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, della premier Giorgia Meloni, dei presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa.

La prima lettura pronunciata dalla migliore amica

È stata Giulia Zecchin, la migliore amica di Giulia, a leggere la prima lettura. La famiglia ha scelto un passo dal libro del profeta Isaia. “Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore”. Bandiere a mezz’asta nelle sedi della Regione Veneto. Per tutta la notte Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, è stato anche illuminato di rosso. Sospese le lezioni e bandiere a mezz’astra nell’ateneo del Bo frequentato Giulia laureanda in Ingegneria biomedica.

Ottomila persona sul sagrato davanti al maxischermo

Confermate le attese della vigilia (10mila persone) sulla straordinaria partecipazione ai funerali. Sono circa 8mila le persone nel  Prato della Valle all’esterno della basilica di Santa Giustina, dove il vescovo ha celebrato le esequie. La chiesa accoglie altre 1.200 persone di cui 40 familiari, tra cui papà Gino che siete in prima fila tra i due figli. Nella basilica gremita hanno trovato posto anche 360 tra conoscenti e amici della famiglia Cecchettin, tra cui i compagni di classe del fratello di Giulia. In migliaia con lo sguardo fisso al maxi schermo posizionato nella piazza davanti alla basilica, che la famiglia ha scelto perché la cerimonia fosse pubblica e corale. Tanti i ragazzi, zaino in spalla, che assistono in silenzio alla funzione religiosa. C’è chi indossa il nastro rosso contro la violenza sulle donne, c’è chi –  tra gli adulti – stringe forte un rosario.

“Un raggio di sole rapito alla vita”

Gli sguardi sono impietriti dal freddo, ma anche da un dolore per una vicenda straziante e assurda. “Un raggio di sole rapito alla vita” recita un cartello sollevato da una ragazza con gli occhi lucidi. Anche Vincenzo Gualzetti, papà di Chiara vittima di violenza uccisa tre anni fa, ha voluto partecipare ai funerali. E al momento della pace si è stretto in un lungo abbraccio con Gino Cecchettin. All’interno della Basilica campeggia la gigantografia di Giulia rimasta esposta in queste settimane davanti al municipio di Vigonovo. La ragazza ha un vestito rosso, sorride con lo sguarda al cielo da un’altalena.

Il vescovo: custodiamo la sua voglia di vivere

“Il sorriso di Giulia mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide, E a tutta la sua famiglia. Mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è divenuto caro”. Così il  vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, nell’omelia. “Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni. Le accogliamo in noi come quel germoglio di cui parla il profeta. Perché desideriamo insieme attendere la fioritura del mondo nel quale finalmente anche i nostri occhi saranno beati”.

Il messaggio del papà: era una combattente

Al termine della funzione l’atteso messaggio del papà Gino, che ritrae la ragazza come una giovane solare, allegra ma anche combattente. “Che si è meritata sul campo il titolo di mamma”, dopo la morte della madre un anno fa. Poi l’appello alle istituzioni, ai giovani, alle famiglie, alle scuole, che si conclude con una poesia di Gibran che ‘insegna’ come danzare sotto la pioggia. Una pioggia di dolore ma anche – sottolineano i familiari – di speranza. All’uscita fischietti e applausi per fare rumore e non dimenticare, come aveva chiesto il papà. Dopo i funerali, nella chiesa parrocchiale di San Martino un altro momento di raccoglimento riservato solo ai parenti e agli amici più stretti di Giulia, che poi sarà tumulata accanto alla tomba della mamma Monica.

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