Rapper “avvoltoi”: Willie Peyote dedica un brano a Giambruno, Gramellini lo invita e ridacchia (video)
Che divertimento, che spasso, che rime pungenti, ficcanti. L’uomo dal sorriso più triste del mondo, Massimo Gramellini, si sganascia quando chiede al famoso (così dicono…) rapper dal nome divertentissimo, Willie Peyote, considerato una sorta di Lucio Battisti della filastrocca moderna, se è vero che ha dedicato una canzone-sberleffo ad Andrea Giambruno, come peraltro aveva già rivelato in una intervista. Ebbene sì, il genio della satira politica musicale conferma, non a caso il conduttore lo ha premiato con una bella ospitata in prima serata per valorizzare il suo talento artistico, come quello del pittore che ha ritratto la Meloni con la svastica.
Serviva una denuncia politica, ma anche un robetta musicale di gossip, di questi tempi, può andare bene. Gramellini lo ha così voluto a tutti i costi come ospite del suo programma “In altre parole“, su La 7, sabato sera, per interrogarlo su Giambruno e Meloni, anche perché è davvero difficile pensare a motivazioni di altro tipo. Ed ecco che “allegria” Massimo improvvisa uno show col rapper col nome da cartone animato… (qui, al minuto 1.56.00) nel quale il trash televisivo si somma a un atteggiamento anche un po’ deprimente dei protagonisti.
Peyote, Giambruno e lo “scoop” del ridanciano Gramellini
La crisi di coppia di Giorgia Meloni e i “fuori onda” del padre di sua figlia, Andrea Giambruno, sabato sera, sono dunque diventati motivo di ironie e ridacchiamenti, con Gramellini che si scuote dal suo bradipismo giornalistico grazie a una scarica di adrenalina che gli regala il Peyote. “Ma è vero che hai dedicato una canzona a Giambruno?”, finge di chiedere, nell’istante in cui appare sullo schermo il titolo di un’intervista di cui Gramellini chiede conferma…. E il rapper Peyote, messo alle strette dall’incalzante conduttore che non fa sconti a nessuno, ammette: “Eh, sì, ho riadattato una canzone che avevo scritto quando lavoravo al call center, lì era pieno di personaggi come Giambruno, che volevano fare i piacioni, per dirlo in maniera edulcorata, persone che se potessi non sceglieresti…”. Sarebbe interessante sapere se i suoi colleghi, e le sue colleghe, avrebbero scelto lui. Ma il conduttore preferisce non indagare.
La strofa raffinatissima del rapper poeta…
Gramellini, a quel punto, ha un orgasmino giornalistico. “Eh, ma adesso non posso non chiederti di dirci quella strofa…”, e quasi si ribalta sulla sedia. C’è fermento in studio. Il mondo glielo chiede, i suoi telespettatori, i fans del poeta della rima politica, il Peyote tace, vacilla, un po’ si vergogna, giustamente, capisce che forse è meglio glissare, ma Gramellini non sta nella pelle, c’è un’attesa spasmodica per quella canzone nel suo studio di intellettuali di sinistra ridanciani.
“Ma no – prova a ritrarsi il Peyote . è solo una rima riadattata, tipo, ‘dopo sei minuti qui dentro non sopporto più nessuno, anche quelli come Giambruno...”. Una roba da asilo Mariuccia, ma scatta la risatona in studio, gli applausi al Peyote, anche se strani rumori si avvertono in sottofondo, forse è Lucio Battisti che si rivolta nella tomba pensando ai suoi versi di un tempo e a quelli dei rapper di oggi. Come quelli di Willie, un “avvoltoio”, più che un Peyote.