Un’overdose spezza la vita di Keila, lo strazio dei genitori: «La sua morte serva da monito»
«Come familiari sentiamo la necessità di dare un senso a ciò che per noi, ciascuno di noi, senso non ha. Ci provi ogni giorno, in ogni modo a salvarli ma non è semplice, spesso impossibile. E tutto l’amore che puoi offrire è insufficiente e questo ti fa sentire davvero impotente. Nessuno può farcela da solo. Né a salvarsi né a salvarli». Inizia così una lunga lettera firmata dai genitori di Keila Campo, 33 anni, morta nei giorni scorsi a Ribera, per un’overdose. Non il primo caso nel piccolo centro dell’Agrigentino, che circa un anno fa ha fatto registrare diversi decessi dovuti ad una partita tagliata male. Un’emergenza, la diffusione di stupefacenti, che era stata duramente contrastata dalle attività dei carabinieri ma anche da posizioni pubbliche assunte dalla chiesa.
«La morte di Keila sia una sveglia per tutti»
«Vogliamo che la morte della nostra Keila, l’ennesima perdita di una giovane vita per il nostro paese – continuano i genitori – sia un monito, una sveglia che ci faccia sentire davvero una comunità che insieme si impegna ad affrontare questa realtà guardandola in faccia in tutta la sua drammaticità. Vorremmo che il suo sorriso, che ha accompagnato tutta la sua vita, possa aiutarci a cercare soluzioni affinché giornate come queste, già vissute, non si ripetano più. È un dolore di tutti, di questo paese, di ogni genitore. È un dolore che riguarda tutti i ragazzi e le ragazze che pensano che da soli possono farcela, che pensano che la droga sia un modo per affrontate la vita, una possibilità, tra le altre, per superare momenti difficili o più banalmente per aumentare lo sballo di una serata qualsiasi». (ITALPRESS).