Un mese fa l’attacco a Israele. Netanyahu: “Sì a pause umanitarie, niente tregua senza ostaggi”
Con un minuto di silenzio osservato alle 10 ora italiana (11 ora locale), Israele ha commemorato il mese esatto trascorso dal terribile attacco subito da Hamas il 7 ottobre. In tutto il Paese le bandiere sono state issate a mezz’asta e cerimonie sono state organizzate nelle scuole, nelle università, nelle piazze, dove con una candela accesa si ricorderanno le persone uccise nella strage, quelle morte nel conflitto e gli ostaggi, che restano nella mani dei terroristi a Gaza.
Le commemorazioni in Israele a un mese esatto dall’attacco di Hamas
A Tel Aviv è in programma una cerimonia al Charles Bronfman Auditorium, con la partecipazione dell’Orchestra Filarmonica d’Israele, mentre a Gerusalemme sono attese iniziative in ricordo delle vittime per questa sera. Ci si aspettano, però, anche proteste davanti alla Knesset, come già ce ne sono state nei giorni scorsi. L’ultima volta ieri, quando davanti al parlamento israeliano si sono ritrovati in centinaia di parenti e amici degli ostaggi, chiedendo di fare di tutto per riportarli a casa.
Il drammatico bilancio di vittime da entrambe le parti
Fonti israeliane hanno quantificato in più di 1.400 le vittime dell’attacco del 7 ottobre. Hamas parla di oltre 10mila vittime a Gaza, per la reazione di Israele, sostenendo che oltre 4mila erano bambini. Gli Stati Uniti, spiegando di non avere numeri certi, hanno a loro volta confermato la stima di migliaia di vittime. Nel conflitto sono stati uccisi anche almeno 36 tra giornalisti e operatori dei media, secondo quanto denunciato dal Committee to Protect Journalists (Cpj). Tra queste vittime 31 erano palestinesi, quattro israeliane e una libanese.
Gli sforzi per tutelare i civili e far uscire da Gaza i cittadini stranieri
Il tema della salvaguardia dei civili resta al centro dell’azione diplomatica di tutta la comunità internazionale, tanto quanto quello degli sforzi per evitare una escalation. Oltre che per gli ostaggi si tratta per i palestinesi a Gaza e per gli stranieri che sono rimasti intrappolati nella Striscia. Oggi, secondo un elenco pubblicato dall’autorità di frontiera palestinese, ne dovrebbero essere rilasciati 600 tra cittadini esteri e cittadini palestinesi con doppia cittadinanza. Fra loro ci sono 150 tedeschi, ma anche francesi, canadesi, ucraini, romeni e filippini. Tutti gli italiani che volevano uscire, come annunciato ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sono invece già usciti e nella Striscia sono rimasti solo “quelli che volevano rimanere, un paio di operatori della Croce rossa”.
Netanyahu apre a “brevi pause umanitarie”, ma avverte: “Niente tregua senza ostaggi”
“Non ci sarà un cessate il fuoco generale a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi”, ha ribadito il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un’intervista alla tv americana Abc, ripetendo la convinzione che questo “ostacolerebbe lo sforzo bellico, ostacolerebbe il nostro sforzo per liberare gli ostaggi perché l’unica cosa che funziona con questi criminali di Hamas è la pressione militare che stiamo esercitando”. Pressato in particolare dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, con cui ieri ha avuto un nuovo colloquio telefonico, Netanyahu ha però aperto per la prima volta all’ipotesi di pause umanitarie. “Piccole pause – un’ora qui, un’ora là – le abbiamo già fatte. Verificheremo le circostanze al fine di consentire l’ingresso di beni umanitari o l’uscita dei nostri ostaggi, di singoli ostaggi”, ha detto, aggiungendo che Israele avrà “la responsabilità complessiva della sicurezza” della Striscia di Gaza per “un periodo di tempo indefinito” dopo la fine della guerra contro Hamas. “Abbiamo visto quello che è successo ora che non ce l’avevamo. Quando non abbiamo la responsabilità della sicurezza – ha aggiunto Netanyahu – abbiamo un insorgere del terrore a un livello che non avremmo potuto immaginare”.
Il Consiglio di sicurezza Onu si spacca su Israele
Le “pause umanitarie” hanno spaccato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove non è stato trovato l’accordo su una risoluzione sulla guerra tra Israele e Hamas: malgrado le oltre due ore di discussioni a porte chiuse, le differenze sono rimaste tra chi, come gli Stati Uniti chiede le brevi sospensioni di conflitto e chi un “cessate il fuoco umanitario” per fornire aiuti necessari e prevenire altre morti civili a Gaza. “Abbiamo parlato di pause umanitarie e siamo interessati a proseguire”, ha dichiarato il vice ambasciatore degli Stati Uniti Robert Wood ai giornalisti dopo l’incontro: “Ma ci sono disaccordi all’interno del consiglio sul fatto che questo sia accettabile”.
Il messaggio dell’Idf alla popolazione di Gaza
Oggi le Forze israeliane hanno inviato un nuovo messaggio agli abitanti della Striscia di Gaza. Il portavoce delle Idf per i media arabi ha informato che sono “consentiti” gli spostamenti verso il sud della Striscia tra le 10 e le 14 ora locale (le 13 in Italia), un “passaggio” lungo la Salah al-Din Road consentito ai civili ai quali viene ancora una volta chiesto di lasciare l’area settentrionale dell’enclave palestinese controllata da Hamas. “Per la vostra sicurezza, cogliete quest’occasione per spostarvi a sud di Wadi Gaza”, ha affermato Avichay Adraee in un messaggio in arabo sul social X, sostenendo che già “molti” palestinesi si stiano spostando.
I combattimenti intorno all’ospedale e i bombardamenti di Israele
Intanto proseguono bombardamenti e combattimenti. Dal campo arrivano notizie di uno scontro tra Ifd e Hamas anche nei pressi di un ospedale di Gaza City. Secondo quanto riferito su Telegram dall’Idf, i terroristi stavano pianificando un attacco contro i soldati da un edificio a fianco all’ospedale al Quds. Per quanto riguarda i raid aerei delle ultime ore il bilancio parla di almeno 46 palestinesi rimasti uccisi e di decine di feriti. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, i bombardamenti avrebbero colpito cinque abitazioni a Rafah, un’abitazione a Khan Yunis, località nel sud della Striscia come Rafah, la zona di Ma’an, a est di Khan Yunis, Beit Lahia, nel nord della Striscia, e la zona di Tal al-Hawa, nel sud di Gaza City. L’agenzia riferisce di decine di case ed edifici. Le forze israeliane invece hanno confermato di aver attaccato nelle ultime ore “obiettivi dell’organizzazione terroristica di Hamas”.