Uccise la sorella a coltellate: Alberto Scagni massacrato di botte dai detenuti. Vivo per miracolo
Aveva ucciso la sorella Alice il primo maggio 2022. Alberto Scagni è stato sequestrato e picchiato in carcere, dove sta scontando la pena di 24 anni e sei mesi. A massacrarlo di botte, nella casa circondariale di Sanremo, sono stati due maghrebini, che lo hanno aggredito nella sezione “detenuti protetti”. La polizia penitenziaria è intervenuta per salvarlo e Scagni è quindi stato trasferito nel Pronto soccorso di un ospedale, dove si trova in condizioni critiche. Non è il primo episodio. Il pestaggio è avvenuto a poco più di un mese dall’episodio che si è verificato nel carcere di di Marassi. Il 42enne, condannato a fine settembre per avere ucciso la sorella Alice era stato poi trasferito nel penitenziario di Valle Armea, a Sanremo.
Alberto Scagni massacrato in carcere: uccise la sorella nel 2022
Il pestaggio è stato denunciato dal segretario regionale Sappe per la Liguria. Alberto Scagni è stato “tenuto in ostaggio” e torturato per ore “fin quasi a ucciderlo”. Minacciato di morte per i reati da lui commessi. In più viene riportata – secondo Repubblica- “una trattativa durata ore: solo l’arrivo del Magistrato di turno e del Direttore, che hanno disposto l’ingresso in cella della Polizia penitenziaria, con utilizzo della forza per salvare il detenuto aggredito brutalmente e sequestrato, hanno evitato morte certa”. I due detenuti autori del pestaggio hanno anche distrutto la cella. Anche Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa conferma l’aggressione, parlando di «brutale omicidio sventato». “Colpito al volto con sgabelli”, precisa il legale della famiglia Scagni, Fabio Anselmo. “Ha fratture al volto che lo hanno costretto a un intervento di chirurgia maxillofacciale. Non solo. Ha subito un tentativo di strangolamento ed è sotto osservazione per le condizioni del collo”,.
Ad ottobre Scagni era stato aggredito dal compagno di cella
A ottobre, nel carcere di Marassi, Scagni era stato picchiato dal compagno di cella. L’uomo aveva preso Scagni a pugni procurandogli varie lesioni. Secondo quanto emerso, aveva letto su un articolo di giornale che era in prigione per avere ucciso la sorella. E questo era stato il motivo che lo aveva portato ad aggredirlo. I fatti di questa notte – ricostruisce il Corriere.it sembrerebbero legati a un’azione legata all’abuso di sostanze e alcool; non è escluso che i due detenuti conoscessero il motivo di detenzione di Alberto Scagni.
Scagni, l’omicidio della sorella il 1 maggio del 2022
Era il primo maggio 1922 quando uccise la sorella Alice a coltellate sotto casa di lei, nel quartiere Quinto di Genova. nel luglio scorso è stato condannato a 24 anni e 6 mesi e riconosciuto seminfermo di mente. A pesare sulla sentenza, le perizie sul killer: per i consulenti dell’accusa, delegati dal pm Paola Crispo, Alberto era capace d’intendere; per il perito del tribunale risultava seminfermo di mente, per gli esperti ingaggiati dalla difesa Scagni era totalmente incapace. Quella sera di maggio, Alberto Scagni ha ucciso la sorella con diciannove coltellate. Aveva chiamato più volte i genitori – ricostruirono gli inquirenti- chiedendo loro dei soldi. E durante una delle conversazioni telefoniche aveva minacciato di uccidere sia loro sia la sorella. Alberto, ha atteso che la sorella portasse il cane fuori, come era solita fare ogni sera, per aggredirla, lasciandola poi esanime sull’asfalto.