Trappola telefonica dei comici di Putin, Meloni non abbocca. E l’opposizione fa sciacallaggio

1 Nov 2023 19:20 - di Lucio Meo

Tanto rumore per nulla, titolerebbe Shakespeare. Il presunto scherzo di due “comici” russi, seri spioni al servizio di Putin più che innocenti zuzzerelloni, finisce con l’autogol di chi l’ha architettato, sperando di strappare chissà quale rivelazioni a Giorgia Meloni sul disimpegno in Ucraina, invano. Ma la cosa più sgradevole è il sottofondo dell’opposizione italiana che invece di indignarsi con gli autori della “trappola” si scaglia contro il premier italiano…

La trappola telefonica che cercava di “stanare” la Meloni…

Nel giorno della festa di Ognissanti, a bocce della politica ferma, viene fuori che il 18 settembre scorso un sedicente rappresentante dell’Unione africana era riuscito a farsi passare il premier italiano al telefono, cercando di farsi rivelare verità inconfessabili, ma senza riuscirci. Come dimostra l’audio divulgato in mattinata, la Meloni risponde a tono alle domande del falso diplomatico africano ribadendo ovvietà del tipo che “della guerra in Ucraina sono stanchi un po’ tutti”, che “si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale e io ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo” e che c’è pieno sostegno a Kiev, “anche se la controffensiva non va come si sperava.. noi continuiamo ad aiutarli…”. Ed ancora, altro segreto di Pucinella, che “la Ue non ci aiuta nella gestione dei migranti”. Ma davvero?

Le “ovvietà” confermate dal premier italiano

Non proprio degli scoop, visto che gli stessi concetti sulla guerra a cui cercare una soluzione non solo militare erano stati già espressi da ministri non proprio di secondo piano come quello della Difesa, Guido Crosetto. La Russia, e i suoi “comici” scherzosi e per nulla di parte, hanno poco da gioire, se non fosse per il baccano dell’opposizione, che non vedeva l’ora di gridare allo scandalo “dei segreti di politica estera rivelati dalla Meloni”, come fa Conte, con vero – questo sì – senso della comicità, anzi, della barzelletta. Palazzo Chigi, dopo una mattinata di pressione dei giornali che avevano pubblicato la notizia, chiarisce che il problema nasce da un errore del consigliere diplomativo, visto che non è la Meloni che gira per le stanze a rispondere ai telefoni e a smistare le telefonate a dirigenti e funzionari, ma il contrario.

Il passaggio sull’Ucraina: “Continueremo ad aiutarli”

Il virgolettato della conversazione telefonica, che avviene in inglese e che i due comici filo-putiniani pubblicano con doppiaggio in russo sul proprio profilo sul social V-Kontakte, si riferisce al conflitto tra Russia e Ucraina: “C’è molta stanchezza, da tutte le parti. Ci avviciniamo al momento in cui ognuno capisce che serve una via d’uscita. Il problema è trovare una via d’uscita che può essere accettabile per entrambi, senza distruggere il diritto internazionale. Ho alcune idee sulla gestione della situazione ma aspetto il momento opportuno per metterle sul tavolo. La controffensiva dell’Ucraina forse non sta andando proprio come si aspettavano. Procede, ma non ha cambiato il destino della guerra. Tutti si rendono conto che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare qualche soluzione”, dice il presidente del Consiglio.

A Meloni viene chiesto un giudizio sul nazionalismo ucraino, su cui l’interlocutore esprime un giudizio negativo. Ma Meloni tiene fermo il punto-cardine della politica estera italiana di questo anno di governo a sostegno di Kiev: “Non sono d’accordo. Il problema con il nazionalismo ce l’ha Putin. Loro (gli ucraini, ndr) stanno facendo quello che devono fare e che hanno il diritto di fare, noi cerchiamo di aiutarli”.

La nota di Palazzo Chigi e il rammarico del consigliere diplomatico per l’errore

“L’ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni. L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre”. Palazzo Chigi – che fa riferimento al solo interlocutore al telefono, e non al duo ‘comico’ – chiarisce  che “nonostante il tentativo di farle dire frasi ‘scomode’ Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal Governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri. Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina e le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale”.

Fazzolari: “”Mosca è disperata per la guerra e le tenta tutte…”

Ma quale scherzo, tuona anche sostiene il sottosegretario di Fratelli d’Italia all’Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, che interpellato dall’Adnkronos liquida così la faccenda: “La propaganda russa è disperata per il catastrofico andamento della loro cosiddetta ‘operazione speciale’ che si è tramutata in una continua sconfitta dell’esercito russo in terra Ucraina. Giorgia Meloni non cade nella trappola dei propagandisti russi e conferma la linea italiana di sostegno all’Ucraina e di rispetto del diritto internazionale”.

Sulla stessa linea il capgruppo alla Camera Tommaso Foti: “Il Presidente Meloni non è caduto nella trappola di un impostore russo che ha finto di essere un leader africano per ottenere dichiarazioni che possano creare al governo imbarazzo. Pur tratta in inganno, infatti, il presidente del Consiglio ha ribadito con coerenza e trasparenza la linea dell’esecutivo e del Paese in merito all’aggressione russa all’Ucraina e alla collocazione dell’Italia, dalla parte dell’Occidente, di Kiev e del pieno rispetto del diritto internazionale. Chi voleva creare un caso diplomatico e incrinare il blocco di forze alleate a Kiev ha sbagliato bersaglio: Giorgia Meloni si conferma, ancora una volta, un vero leader capace che, con linearità, saggezza e serietà, sta portando avanti una politica estera come da troppi anni non si vedeva in Italia”.

I “comici” al servizio dell’invasione russa

Si chiamano Vovan e Lexus e sono i due comici russi che, con una “trappola” telefonica – definita scherzo – hanno teso una trappola alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni cercando di carpire dichiarazioni sulla guerra tra Ucraina e Russia. Al secondo Vladimir Aleksandrovich Kuznetsov e Aleksei Vladimirovich Stolyarov, 36 e 37 anni, i due comici hanno all’attivo una lunga serie di scherzi: riescono a superare le barriere istituzionali e a contattare leader internazionale e figure di primo piano. In genere, nel mirino finiscono figure che hanno posizioni critiche o distanti rispetto alla Russia. Per questo, Vovan e Lexus vengono considerati organici alla comunicazione del Cremlino e funzionali agli interessi di Mosca e dei servizi, a cominciare dall’Fsb, la principale agenzia di sicurezza.

L’opposizione sciacalla e fa il gioco i Putin

Inqualificabili i commenti “sciacalli” dell’opposizione, che ovviamente tifano per lo straniero. Due su tutti, quello di “Giuseppi”, che si faceva sfottere da Trump e rincorreva la Merkel al bar: “”Avete visto cosa è successo? Giorgia Meloni, credendo di avere un colloquio telefonico con un alto diplomatico africano, in realtà ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi. Più tardi pubblicherò qui un mio commento”. Poi c’è l’altro statista internazionale, Matteo Renzi, quello che si fa pagare dagli arabi per parlare bene anche di chi è accusato di crimini orribili: “Che figuraccia!”, commenta. Senti chi parla, e non al telefono, purtroppo.

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