Sciopero dei trasporti, Salvini precetta: stop ridotto da 24 a 4 ore. Sindacati nervosi annunciano ricorso
Era nell’aria. Nel tardo pomeriggio arriva l’ufficialità. Matteo Salvini ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo sciopero previsto lunedì dalle 24 ore annunciate a quattro (dalle ore 9 alle ore 13). Peraltro, non tutti i sindacati coinvolti hanno proposto di incrociare le braccia tutto il giorno. Lo comunica il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture in una nota. Il vicepremier – si legge – “tiene a precisare che il diritto allo sciopero è sacrosanto. E ha auspicato un sempre maggior coinvolgimento di tutte le realtà sindacali da parte delle aziende. Con l’obiettivo di risolvere i contenziosi. Allo stesso tempo, però, il titolare del Mit è altresì determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini. Anche alla luce di agitazioni che ormai sono diventate molto frequenti, e che colpiscono con particolare insistenza il settore dei trasporti. Troppo spesso gli scioperi creano complicazioni – conclude il comunicato – proprio nell’ultimo giorno prima del weekend o all’inizio della settimana lavorativa”.
Sciopero, Salvini precetta: stop ridotto a 4 ore
Il messaggio è chiaro: il diritto allo sciopero non si tocca, ma i sindacati non pensino di paralizzare il paese. Inevitabile le polemiche e le provocazioni di Cigl e Uil. Maurizio Landini mette le mani avanti. “Lo sciopero è riuscito. La partecipazione è andata oltre quella del 17 novembre”, dice concludendo la manifestazione a Torino, per la quale avrebbe disertato la convocazione a Palazzo Chigi, poi rinviata a martedì. “Quindi l’effetto della precettazione è stato di aumentare la partecipazione”, dice il segretario della Cgil. “In queste settimane stanno scendendo in piazza non solo il mondo del lavoro e i pensionati ma anche la vera maggioranza di questo paese”, insiste con il refrain preferito. “che oggi non è ascoltata. Non vogliamo solo criticare o protestare, vogliamo dare vita a un futuro per il paese”.
Landini: faremo ricorso, è un atto gravissimo
Dopo la precettazione i sindacati, come sempre, parlano di un “atto politico gravissimo” e un attacco al diritto di sciopero contro il quale hanno deciso di fare ricorso. “Insieme alla Uil – dice Landini – stiamo lavorando per presentare il ricorso contro la precettazione. Abbiamo deciso di farlo e messo i legali al lavoro per predisporlo nei tempi previsti, quindi pochi giorno», aveva spiegato il segretario della Cgil Maurizio Landini. Per l’occasione, a tuonare contro il governo affama-popolo dei padroni, scende in campo Nicola Fratoianni. “Ho letto che Matteo Salvini, ha detto testualmente: non abbiamo bisogno di scioperi’. Spiace davvero dover ricordare ad un ministro della Repubblica nonché a un vicepresidente del Consiglio che a decidere se c’è o meno bisogno di uno sciopero sono i lavoratori e le lavoratrici e non il governo”, tuona il leader di Sinistra italiana. Nell’attesa della decisione, dopo il tavolo di confronto al Mit, i sindacati confermano la linea dura. “La precettazione sarebbe solo un atto di arroganza; non la ricerca di una soluzione ai problemi dei lavoratori ma solo la ricerca di una legittimazione per un attacco ai diritti dei lavoratori”. Così Roberto Cortese, portavoce dell’Usb.