Pupo: stavo per vincere Sanremo, poi intervenne il Quirinale… Falso? Sul televoto però il pasticcio ci fu

27 Nov 2023 20:13 - di Redazione

Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, impegnato in un tour nei Paesi dell’Est che durerà per tutto dicembre, rivela un retroscena sul Sanremo del 2010 cui prese parte col principe Emanuele Filiberto e col tenore Luca Canonici che coinvolge addirittura il Quirinale. E se lo criticano perché canterà in Russia lui risponde che non gliene frega nulla. In una intervista a Repubblica spiega che la canzone “Amore mio“, da lui scritta e distrutta dalla critica, aveva in realtà vinto il festival cui aveva preso parte appunto con Emanuele Filiberto e Canonici.

«Tra l’altro – afferma parlando della canzone – scritta interamente da me, musica e parole: diedi parte dei diritti del brano al principe Emanuele Filiberto per far diventare la canzone credibile, ma lui non c’entrava nulla: lo dico oggi per svincolarlo da tutte le responsabilità. Quel giorno ho goduto anche perché avevo previsto che la nostra canzone sarebbe stata eliminata la prima sera, ma poi sarebbe stata ripescata e infine avrebbe vinto il festival». Proprio così, ribadisce Pupo: “Sono io ad aver accettato il secondo posto“.

E racconta la sua versione: «Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo. Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe la chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare. Sabato mattina mi dissero che mi squalificavano e che avrei cantato solo come ospite; risposi che, pur avendo partecipato sei volte, non avevo mai vinto Sanremo: “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina, ma io stasera vinco il festival e poi ci vediamo in tribunale”. Pensarono a un accordo, mi proposero secondo, dissi: “Secondo va bene”».

Tra le reazioni all’uscita di Pupo vale la pena di menzionare quella apparsa sul sito del quotidiano Avvenire.it in cui si sottolinea che l’idea che si sia mosso Napolitano per fermare Pupo ed Emanuele Filiberto appare davvero poco credibile, “ma qualcosa di molto strano in quel Sanremo capitò davvero”.

“Lo raccontò proprio Avvenire, con uno scoop uscito martedì 23 febbraio 2010 – prosegue Avvenire – che fu ripreso da tantissimi quotidiani e siti di notizie ma che Pupo deve avere dimenticato. L’articolo si intitolava: Festival di Sanremo, i 53 minuti che sconvolsero il televoto. In quel Sanremo 2010 il voto da casa via telefono pesava al 50% sulle votazioni mentre il restante 50% era appannaggio dei professori dell’orchestra Rai di Sanremo. Tranne nella finalissima. Quando la sera della finale, dopo la proclamazione dei risultati, i professori d’orchestra lanciarono in aria, in diretta tv, i loro spartiti per protestare contro Pupo, Luca Canonici ed Emanuele Filiberto, tutti gli occhi dei giornalisti (e non solo i loro) si concentrarono sulle votazioni fatte col televoto. Per un motivo molto semplice. Come recitava il regolamento di Sanremo 2010 «le tre canzoni più votate nella finale, accedono alla finalissima dove sarà scelta la canzone vincitrice con nuova votazione solo del pubblico attraverso il sistema del televoto». Appena scoppiò la polemica, i tabulati con le votazioni via telefono vennero secretati dalla Rai. Tutti li volevano vedere, ma solo “Avvenire” (per un caso fortuito, per la verità) riuscì a farlo. Guardandoli scoprimmo che «alle 23.12 di sabato notte, Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici per i televotanti avevano vinto il Festival di Sanremo, con 212.482 voti, pari al 32,95% di tutte le preferenze espresse dal pubblico».

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