Migliaia al corteo di Roma: tutti per Giulia ma anche cori anti-Meloni e show sotto la sede di pro vita
Decine di migliaia di persone (gli organizzatori parlano di 500mila), attivisti e non, al corteo contro la violenza sulle donne a Roma. Partito nel primo pomeriggio da Circo Massimo in direzione San Giovanni, il serpentone si è mosso al grido di “Transfemministe ingovernabili”.
Contro la violenza sulle donne il corteo fucsia
Ad aprire la manifestazione promossa da “Non una di meno”, a pochi giorni dal ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin uccisa per mano dell’ex fidanzato, i centri antiviolenza. “Oggi i maschi stanno dietro”, dicono gli organizzatori al megafono dal camion dove ci sono anche alcuni bambini. La marea fucsia contro la violenza di genere procede “con più rabbia che mai”. Per Giulia e per le tante, troppe, vittime di femminicidio si alza il coro “ci vogliamo vive. Contro il patriarcato”.
Bandiere pro Palestina e slogan contro Meloni
Non mancano i vip del mondo dello spettacolo (Cortellesi, Mannoia, Ozpetec), i cori contro il governo Meloni e le bandiere palestinesi. Tra i cori anche: “Meloni fascista complice sionista”, “Israele criminale, Palestina immortale”. Un’occasione mancata per una piazza che vede anche la partecipazione di cittadini non politicizzati e di esponenti del mondo giornalistico della destra.
Protesta sotto la sede di Pro vita e famiglia
Ma il piatto è troppo ghiotto per non resistere alla tentazione di urlare contro il governo e il patriarcato. Durante il corteo un gruppo di attiviste di Non una di meno lancia una protesta improvvisata davanti alla sede di Pro vita e famiglia in viale Manzoni. Le manifestanti aprono uno striscione con su scritto ‘voi pro vita, noi pro vibra’ e hanno acceso alcuni fumogeni. “Pro vita e famiglia, dopo un femminicidio, osa dire che non serve l’educazione affettiva a scuola – hanno detto dal megafono – Pro vita e famiglia incarna il patriarcato più becero. Noi non ci stiamo più. Non vi renderemo la vita facile”.
L’abbraccio tra Schlein e Landini
Immancabile Elly Schlein, arrivata a tempo di record da Perugia, dove ha partecipato al congresso di Sinistra Italiana. Sotto i flash dei fotografi si fa concede un abbraccio con il leader della Cgil, Maurizio Landini. Una chiacchierata a margine del corteo e la promessa di sentirsi presto. Sorride e parte alla carica. “Serve un salto in avanti nel Paese, non soltanto sulla repressione ma sulla prevenzione”. Parla di partecipazione eccezionale, ma non tutti gradiscono dopo le dichiarazioni della vigilia. La segretaria dem è l’unico leader in piazza. Non c’è traccia di leader di maggioranza né di opposizione.
Picchiata una donna con la bandiera palestinese
Non mancano momenti di tensione in una sorta di derby tra Palestina e Israele. Una donna che esponeva la bandiera palestinese è stata aggredita durante il corteo. A denunciarlo è la stessa vittima, Maya Issa, presidente del movimento studenti palestinesi. “Una donna mi si è avvicinata e mi ha detto di togliere la bandiera perché il corteo è contro la violenza sulle donne e non per la Palestina. E che ci sono donne stuprate da Hamas. Poi quando le ho detto di no, me la ha strappata dalle mani, dandomi due calci e urlando ‘terroristi'”.