Mantovano: “Il governo è stabile e può costruire guardando lontano. All’estero l’hanno capito” (video)
“Sono qui in una condizione prossima a chi si trova ad arresti domiciliari, devo rispettare le prescrizioni…”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha scherzato così sulla sua impossibilità di partecipare in presenza al Forum “Europa rapita: dove ritrovarla”, promosso dalla Fondazione Iniziativa Europa, presieduta dall’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti, e in corso a Stresa. Mantovano si è collegato in video dalla presidenza del Consiglio, volendo comunque prendere parte all’evento focalizzato sulle sfide che impegnano l’Europa, dall’immigrazione ai temi etici, passando naturalmente per lo specifico italiano.
Mantovano: “All’estero hanno capito che il governo è stabile e può costruire guardando lontano”
“Il primo aspetto che credo qualifichi questo governo sul piano internazionale – ha detto Mantovano, il cui intervento è stato caratterizzato dalla forma dell’intervista – è che ne viene colta una prospettiva di stabilità, e non è un elemento marginale: la presidente Meloni nei primi incontri coglieva negli interlocutori internazionali il dubbio riguardo al fatto che fosse sempre lei a guidare il governo fino al prossimo incontro o un altro presidente” al suo posto. “Aver dato una prospettiva di stabilità consente di poter costruire qualcosa che guarda lontano e non è una cosa di poco conto”, ha sottolineato il sottosegretario, chiarendo che si tratta di “una prospettiva che consente in tutti gli ambiti di poter costruire qualcosa, sia in Europa sia in uno scenario più ampio”.
Sì all’europeismo, no al “dirigismo europeo”
“Noi senza mettere in discussione l’europeismo, non condividiamo, come molti altri, il dirigismo europeo. Il fatto che l’immigrazione sia una voce stabile di cui si discute sempre e finalmente anche con qualche risvolto concreto è qualcosa che sottolinea il ruolo dell’Italia nel ricondurre l’attenzione su temi che riguardano l’Europa e in modo particolare la nostra nazione”, ha proseguito Mantovano, soffermandosi poi sull’intesa tra Italia e l’Albania sui migranti.
L’accordo sui migranti con l’Albania “può costituire un esempio” per i Paesi Ue
“Si inserisce – ha ricordato il sottosegretario nel corso dell’evento della Fondazione Iniziativa Europea – in un accordo di collaborazione internazionale sottoscritto con Tirana già da tempo. Sono collaborazioni tra Paesi che aspirano a entrare nell’Ue e Paesi Ue che anticipano la solidarietà tra chi è fuori e chi è dentro”. L’accordo, inoltre, “può costituire un esempio per chi sta dentro. È una sorta di contributo dell’Albania all’alleggerimento dell’impatto migratorio sull’Italia, fatto nell’assoluto rispetto delle convenzioni internazionali. Non c’è niente di stravolgente rispetto alle procedure già in essere, se non una dimostrazione di vicinanza da parte dell’Albania”.
Indi Gregory? “Se non vale la pena fare queste battaglie, per cosa vale la pena farne?”
Mantovano, poi, sollecitato dalle domande, si è soffermato anche sul caso della bimba britannica Indi Gregory, alla quale l’Italia ha conferito la cittadinanza onoraria per consentirne le cure, rifiutate dai giudici britannici, al Bambino Gesù. “Se non vale la pena fare queste battaglie, per cosa vale la pena farne e impegnarsi?”, ha chiesto il sottosegretario. “Abbiamo visto tutti il video della piccola Indi mentre stringe con la sua manina il dito della persona che ha davanti: è viva, reagisce, è vitale, non è un tronco. Certo – ha ammesso – è una grave disabile, che ha una grave malattia molto seria, merita però di essere curata e non stroncata staccando le macchine”. “Non so chi ha parlato di accanimento terapeutico quali dati avesse per una valutazione di questo tipo, la nostra valutazione – ha concluso Mantovano – è che ogni vita umana deve essere posta al centro dell’attenzione di tutti”.