Indi, i giudici rifiutano l’appello. Lettera di Meloni a Londra: “In Italia può avere una vita dignitosa”
L’Alta corte britannica ha rifiutato l’appello della famiglia di Indi Gregory per il trasferimento della bimba in Italia, presso l’ospedale Bambino Gesù che si è offerto di accoglierla e curarla. A darne notizia è stato il legale della famiglia, Simone Pillon, aggiungendo che il distacco delle macchine è stato nuovamente rimandato, stavolta a lunedì. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto personalmente alle autorità britanniche chiedendo la loro collaborazione in nome della Convenzione dell’Aja. I giudici hanno escluso anche questa possibilità. Dando notizia della sentenza, comunque, Pillon ha chiarito che la battaglia per evitare la sospensione dei trattamenti vitali alla piccola di 8 mesi, affetta da una grave malattia mitocondriale, non era finita: “Appello rifiutato. Deadline a lunedì. Nel frattempo lavoriamo ad altri percorsi”, ha scritto su X . In serata, però, il legale ha postato un altro messaggio, in cui il filo della speranza è apparso reciso: “Sembra che vogliano staccare tutto già domani portando la bambina all’Hospice. Io non ho parole. Se così fosse non ci sarebbe più tempo per nulla…”.
La lettera di Meloni per Indi Gregory
Meloni, che alcuni giorni fa con il governo aveva concesso la cittadinanza onoraria alla piccola per favorirne il trasferimento, ha scritto ieri al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia, Alex Chalk, chiedendo una collaborazione ufficiale tra Italia e Regno Unito per facilitare l’arrivo di Indi a Roma, in base alla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori. Nella lettera Meloni ha fatto riferimento in particolare all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b della convenzione, che prevede che “su richiesta motivata dell’Autorità centrale o di un’altra autorità competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’Autorità centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova” potrà “chiedere all’autorità competente del suo Stato di esaminare l’opportunità di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”.
Al Bambino Gesù già pronto un protocollo per Indi
Meloni, dopo aver ricordato la contrarietà dei genitori alla sospensione delle cure proposta dal Queen’s Medical Center di Nottingham, ha ribadito la disponibilità del Bambino Gesù, una “eccellenza mondiale nell’assistenza pediatrica” ad accogliere e curare Indi. Una soluzione, ha sottolineato il premier, “più adeguata al miglior interesse della bambina”. Il premier nella lettera è anche entrata nel merito del protocollo medico che sarebbe adottato a Roma e che “prevede l’applicazione di uno stent all’efflusso del ventricolo destro per la gestione della condizione cardiologica e trattamenti sperimentali per l’aciduria idrossiglutarica D2,L2 (terapia con fenilbutirrato, terapia con citrato e dieta chetogenica)”. “Durante l’attuazione di questi trattamenti, l’ospedale ha assicurato che alla bambina sarà garantita la completa assenza di dolore e la fornitura di sistemi di ventilazione che ridurrà al minimo indispensabile ogni disagio”, ha spiegato ancora il presidente del Consiglio.
L’appello di Meloni alle autorità Uk: “Indi ha l’opportunità di una vita dignitosa, collaboriamo”
“Credo fermamente – ha quindi scritto Meloni – che ciò sia nell’interesse della bambina: non le causerà alcun dolore, come assicurano i nostri medici, e le darà solo un’ulteriore concreta opportunità di vivere una vita dignitosa. Spero possiate accogliere questa mia richiesta, in tempo per consentire a Indi di accedere a questa possibilità, nello spirito di collaborazione che da sempre – ha concluso il premier – caratterizza i rapporti tra i nostri due Paesi”.