Indi, De Gregorio s’infuria: “La cittadinanza grida vendetta”. Ma è lei a fare “sconcia demagogia”

9 Nov 2023 12:12 - di Gloria Sabatini

Non le va giù (“grida vendetta al cielo”) la decisione del governo, neanche a dirlo una mossa demagogica dei tiranni sovranisti, di concedere la cittadinanza italiana alla piccola Indi, la bimba britannica di otto mesi malata terminale, alla quale i giudici di Londra hanno deciso di interrompere le cure. E intimato di staccare la spina oggi alle 14 (15 ora italiana). Lei è Concita De Gregorio che in un agile commento su Repubblica – “Una neonata e la politica” – va all’attacco di Meloni arrampicandosi su un paragone a dir poco sorprendente. Alla piccola Indi sì,  alle migliaia di bambini stranieri nati in Italia no. Un accostamento ardito dal vago sapore ideologico. Accompagnato dalla sicurezza del progressismo rampante e il linguaggio della militante colta.

Indi, De Gregorio all’attacco: grida vendetta al cielo

Che orrore, scrive, un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza, la presidente Giorgia Meloni (giudicata in altri contesti “una fuoriclasse”) che pubblica sui social la foto della neonata garantendo di fare tutto il possibile per difendere la sua vita. Il tutto – scrive l’ex direttrice dell‘Unità –  “grida vendetta al cielo”. Dov’è lo scandalo che scuote la coscienza? “Ci sono migliaia, forse milioni di minori a cui questo governo non ha la minima intenzione di dare la cittadinanza nonostante siano nati e cresciuti in Italia. Parlino i dialetti del luogo in cui vivono, studino astrofisica, siano musicisti o meccanici superlativi nel riparare i motori, piastrellisti o fumettisti, nonostante i loro genitori cerchino di fare tutto quello che possono per loro”.

La difesa dei “bambini stranieri” che il governo ignora

Ma che cosa c’entra? Eppure Concita va avanti con la sua ferrea logica. Il governo – questa la tesi –  usa due pesi e due misure: è tiranno con i minori stranieri perché – dice in un crescendo di luoghi comuni distanti anni luce dall’attualità – “ci invadono e macchiano la purezza della razza” (ma dove lo ha sentito?)  ed è troppo buono con la neonata inglese. “Lei sì – protesta la giornalista – può diventare italiana per decreto, perché noi, gli italiani, difendiamo la vita”.  E giù con gli slogan sull’accanimento terapeutico e il fine vita.

Lo ius soli e la difesa della vita

Nella foga moralista e indignata alla De Gregorio evidentemente sfugge che esiste un principio di deroga della concessione della cittadinanza per ragioni eccezionali, che difficilmente può applicarsi alle decine di migliaia di minori stranieri che vivono in Italia. Questione di buon senso, non serve essere raffinati giuristi. Per quelli serve una legge ad hoc. Quella che per la sinistra, a fasi alterne, è diventata una bandiera da sventolare. Il fatidico ius soli, su cui si è già schiantato il povero Enrico Letta, per il quale anche l’imbambolata Elly Schlein sembra pronta a fare crociate. Senza considerare che l’Italia sulla materia non è seconda a nessuno, essendo il primo paese in Europa per concessione della cittadinanza agli stranieri.

Salvare Indi Gregory non è sconcia demagogia

No, il paragone non tiene. La cittadinanza italiana alla piccola Indi, non è un mistero, è stata conferita per consentire un eventuale trasferimento in Italia dove a Roma c’è un ospedale pediatrico d’eccellenza, il Bambino Gesù, pronto a tentare il miracolo. E questa, cara Concita, non è “sconcia demagogia”.

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