Il bambino di El Alamein: un libro racconta la vita di Sergio Bresciani, il più giovane soldato italiano in Nord Africa
El Alamein, 4 settembre 1942. Una mina uccide il più giovane soldato italiano dell’armata corazzata in Nord Africa. Si chiamava Sergio Bresciani, 18 anni, semplice artigliere del 3° Reggimento Artiglieria Celere.
Ne aveva soltanto 15 quando nel 1940 era fuggito da casa per combattere in Libia. Il 2 luglio 1941 aveva compiuto sul campo i 17 anni, età nella quale era stato possibile appuntargli le agognate stellette e arruolarlo ufficialmente nel Regio Esercito: il più giovane soldato d’Italia impegnato nella Seconda guerra mondiale.
Sul fronte nord-africano ha vissuto tutte le vicende delle Divisioni “Pavia”, “Sabratha” e “Littorio”, sempre lieto ed entusiasta, pronto a sacrificarsi per i compagni. Decorato personalmente dal generale Erwin Rommel con la Croce di Ferro tedesca di II Classe, gli verranno in seguito assegnate la Medaglia d’Oro al Valor Militare e la Croce di Ferro tedesca di I Classe. A lui è stata intitolata la Pista Rossa di El Alamein.
Con Il bambino di El Alamein, Antonio Besana ricostruisce la storia di Sergio Bresciani attraverso documenti originali – lettere spedite dal fronte alla famiglia, giornali dell’epoca – e testimonianze dirette, inquadrando il tutto entro le dinamiche della campagna del Nord Africa (1940-1943) e delle due battaglie di El Alamein (1942). Besana, milanese, 66 anni, appassionato di storia militare, utilizza come fonti anche le interviste alla sorella di Sergio Bresciani, Liliana.