Elisabetta Casellati si racconta: mi iscrissi al liceo classico e fu la mia prima battaglia vinta

14 Nov 2023 16:18 - di Gianluca Corrente
elisabetta casellati

«Ho avuto un fratello maggiore molto bravo a scuola e mio padre era maschilista». Inizia così il racconto del ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati. Ospite di “Giù la maschera” su Radiouno Rai, offre dei flash autobiografici che descrivono anche un’epoca. «Non glielo posso rimproverare perché quello era un segno dei tempi. Io andavo molto bene a scuola e in terza media mio padre voleva che mi iscrivessi alle magistrali. Infatti era quello era il percorso di una donna: studiare, andare al magistrale e sposarsi. Mio fratello maggiore si era iscritto al liceo classico e io trovavo intollerabile non ricevere lo stesso trattamento. Per questo pretesi con forza di iscrivermi anche io».

Elisabetta Casellati e l’incontro con la professoressa di lettere

«Ebbi la fortuna», aggiunge l’esponente dell’Esecutivo, «di incontrare per strada la professoressa di lettere. Avevo avuto voti eccellenti e manifestai alla professoressa questa volontà di iscrivermi al liceo classico. E questo convinse mio padre. Fu la prima battaglia vinta, che indirizzò il mio percorso. La stessa cosa successe poi quando alla maturità dovevo scegliere la facoltà. Mi iscrissi a Giurisprudenza a Padova perché volevo fare il magistrato. Allora si era aperta alle donne la possibilità di entrare in magistratura. Mio padre resistette, ma io mi impegnavo molto».

«Importanti gli insegnamenti di mio padre»

«Mio padre», conclude Elisabetta Casellati, «ci ha insegnato una grande cose: bisognava prima impegnarsi e studiare, prima i doveri. Essendo stato partigiano e avendo combattuto per la libertà, siamo cresciuti con questi valori. Il mio concetto di libertà, cioè quello di poter scegliere nella vita quello che possiamo fare, è stato molto importante. Mi iscrissi a Giurisprudenza però mantenendomi gli studi. Allora gli stipendi non erano brillanti, famiglia monoreddito, mi iscrissi dicendo che avrei preso una sorta di assegno di studio che veniva dato agli studenti meritevoli – nel senso che non avessero grandi possibilità economiche – e quindi potevano comprare i libri. E avevo l’esenzione dalle tasse. Mi sono mantenuta sempre con questo pre salario».

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