Difesa, Crosetto: “Siamo indietro di 15 anni sugli investimenti. Hezbollah? Non sono preoccupato”

7 Nov 2023 12:25 - di Lucio Meo

“Siamo lontani, molto lontani dall’obiettivo del 2% del pil per le spese per la difesa: obiettivo impossibile per il 2024 ma, ad essere sinceri, difficile anche per il 2028”. Non si nasconde dietro le cifre, il ministro della Difesa Guido Crosetto, in audizione davanti alle commissioni riunite, Difesa della Camera ed Esteri e Difesa del Senato, nell’ambito dell’esame del documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. E denuncia: “Dopo l’Eurofighter, l’Italia non ha più fatto investimenti che ci abbiano dato una tecnologia rilevante. Ci è mancato il salto tecnologico negli ultimi 10-15 anni e il Gcap è quello che ci serve per recuperare questa mancanza”.

La Difesa paga i tagli del passato, Crosetto: “Investimenti in armi, missili e tank”

Crosetto nella sua relazione ha annunciato investimenti in armi, missili e soprattutto carri armati, anche alla luce dei conflitti in corso, ma anche espresso un moderato ottimismo sull’allargamento della guerra in Medio Oriente: “Il discorso di Nasrallah mi ha molto tranquillizzato. Il capo di Hezbollah ha lasciato chiaramente capire che non hanno interessi ad entrare nel conflitto. Le schermaglie in corso servono solo a tenere un po’ impegnato l’esercito israeliano», ha spiegato il ministro, che al momento esclude il ritiro del contingente italiano di pace dal Libano. “Oggi in quell’area è importante avere una missione di pace, compatibile però con il fatto che no ci sia una escalation. Mai come oggi l’impegno ad evitare l’allargamento del conflitto unisce Occidente e Medio Oriente e in Libano ci sono ancora le condizioni di sicurezza indispensabili per rimanere lì. Se il quadro cambiasse, la decisione di evacuare spetterà all’Onu. Ma l’Italia è comunque pronta a portar via i proprio cittadini, militari e non. Abbiamo mandato una nave a Cipro per imbarcare chiunque ne abbia necessità, anche i nostri militari. Abbiamo approntato tutto, sperando che non accada nulla di grave”.

No a polemiche strumentali sui fondi ai militari

Poi Crosetto ha ribadito che le polemiche sugli investimenti militari in Italia sono assurde. “Non è possibile pensare alle Forze armate senza addestramento, e quindi servono poligoni dove effettuare le esercitazioni. La Nato ha aree addestrative molto estese nell’Europa orientale, che permettono di lavorare con grande successo per il personale italiano, ma ci sono costi logistici molto elevati nel portare i soldati all’estero. Non possiamo permetterci di chiudere i poligoni. Bisogna superare definitivamente la stucchevole polemica, politica e ideologica, che associa alle spese per la difesa solo un concetto di costo. Le spese per la difesa sono”un valore con un impatto positivo anche sullo sviluppo economico. L’industria della difesa rappresenta un asset per il Paese nell’attuale contesto geopolitico”. In più, ha aggiunto Crosetto, “la Difesa deve continuare lo sviluppo di capacità strategiche nei settori spazio e cyber”.  “Il ministero della Difesa e quello per le Imprese e il Made in Italy (Mimit) possono migliorare la cooperazione in termini di industria militare. La Difesa ha già presentato al Mimit un piano sulle attività da sostenere”.

Barcaiuolo (FdI): “Un settore strategico da rilanciare”

“Visione, strategia e concretezza: l’intervento del ministro Crosetto oggi in Commissione Esteri e Difesa del Senato conferma l’impegno del Governo sul fronte della difesa interna e il peso che l’Italia sta assumendo dopo anni di oblio internazionale. A partire dalla possibilità di aumentare, nel prossimo futuro, il numero del personale delle forze armate, a fronte del mutato contesto internazionale”, commenta il senatore Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri e Difesa del Senato. “E’ all’esame del Senato l’A.S. 825, il cui articolo 2 delega il Governo ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge, uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale: si tratta di aumentare di circa 10.000 unità, che verrebbero distribuite nel seguente modo: 3.700 unità all’Esercito, 3.250 alla Marina militare e 3.050 all’Aereonautica militare. L’incremento di personale riguarda per il 50% ufficiali e sottufficiali e per il restante 50% graduati e militari di truppa. Importante l’aumento della cooperazione tra ministero della Difesa e Mimit in termini di industria militare, come annunciato dal ministro Crosetto, grazie all’ingente lavoro svolto a Palazzo Baracchini, il quale ha già presentato al Ministero guidato da Urso, un piano sulle attività da sostenere. Allo stesso modo si plaude alla volontà dell’Italia di continuare lo sviluppo di capacità strategiche nei settori spazio e cyber, rimanendo al passo con le grandi potenze mondiali”.

Così

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