Crosetto lascia la sinistra a litigare da sola e spiazza l’Anm: “Pronto a incontrarne i vertici”
Pronto a riferire in Parlamento e a incontrare l’Anm: di fronte alle polemiche scatenate intorno alle sue parole sul rischio che il governo possa finire al centro di un attacco giudiziario, Guido Crosetto non solo non si tira indietro, ma offre la piena disponibilità a chiarire tanto alle forze parlamentari quanto all’Associazione magistrati il senso delle sue parole. Parole con le quali ha espresso non “un attacco, ma una preoccupazione”, ha scritto su X.
La risposta alle polemiche politiche
“Una risposta al fondo di un’intervista su tutt’altro. Una risposta nella quale racconto una cosa riferitami. Una preoccupazione, non un attacco. Dico che voglio riferire al Parlamento. Vengo attaccato, insultato, minacciato, offeso. Preventivamente. Dovrei avere paura? Non ne ho”, ha scritto sul social il ministro della Difesa, rispondendo agli attacchi politici. Ugualmente Crosetto ha manifestato la sua volontà di incontrare l’Anm, il cui presidente Giuseppe Santalucia aveva lamentato che le parole del ministro “ci hanno amaramente sorpreso perché parlare di opposizione giudiziaria è qualcosa di particolarmente grave”.
Crosetto: “Pronto a incontrarne i vertici dell’Anm”
“Se interessati, incontrerei molto volentieri il Presidente dell’associazione Magistrati Santalucia ed il suo direttivo per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis”, ha scritto su X Crosetto, suscitando la risposta dell’Anm. “Al di là del rapporto di cortesia, con cui il ministro ha mostrato disponibilità a incontrare me e la giunta dell’Anm, chiedo a Crosetto che vengano fugati sospetti e ombre. Se c’è da denunciare lo faccia, se c’è da chiarire lo faccia, ma non lasci queste parole nel vago”, ha commentato Santalucia ai microfoni di Metropolis, il podcast di Gerardo Greco su Repubblica.
La replica dell’Associazione magistrati
Un chiarimento che, in realtà, dal ministro era già arrivato anche attraverso i tweet e che, per altro, per molti non sarebbe neanche necessario, poiché il senso di quelle parole è, in fin dei conti, intuitivo. Crosetto, infatti, nell’intervista al Corriere della Sera che ha scatenato quella FdI ha definito “una tempesta immotivata”, oltre a fare riferimento al fatto che gli è stato raccontato di “riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'”, ha anche detto che “siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee…”. Insomma, un ragionamento totalmente esplicitato e in fin dei conti basato forse più sull’osservazione del pregresso che sulle circostanze riferite. Tant’è che tra le varie voci che lo hanno riportato alla sua corretta dimensione c’è stata anche quella dell’ex viceministro alla Giustizia – ministro Andrea Orlando – del governo Renzi, Enrico Costa.
L’ex viceministro alla Giustizia, Costa: “Crosetto messo in croce per aver detto cose sotto gli occhi di tutti”
“Crosetto è stato messo in croce per aver detto cose che sono sotto gli occhi di tutti. Li avete ascoltati gli interventi ai congressi delle correnti di Area e Md? L’avete letta l’intervista al segretario di Area? Le avete viste le prese di posizione dell’Anm tese a condizionare il legislatore su riforme in itinere? Crosetto non ha parlato di inchieste, ma di riunioni di corrente. Se mi dite dove si firma, vado a sottoscrivere le sue parole”, ha dichiarato il deputato di Azione.