Corsa contro il tempo per Indi dopo il verdetto di Londra. L’Italia lavora per il trasferimento a Roma

9 Nov 2023 9:06 - di Elsa Corsini

Fiato sospeso per le sorti della piccola Indi, la bimba di otto mesi affetta da una sindromemitocondriale degenerativa giudicata incurabile. L’ultima speranza di salvezza è appesa al trasferimento in Italia all’ospedale Bambino Gesù di Roma, dopo la concessione della cittadinanza italiana decisa dal governo. Ma è una corsa disperata contro il tempo e contro le autorità britanniche.

Indi, il verdetto di Londra: stop alle macchine

Ieri il verdetto ultimativo di Londra. Il giudice inglese Robert Peel ha deciso che il supporto che assicura la vita a Indi  sarà rimosso nel pomeriggio di oggi 9 novembre. A partire dalle 14 (le 15 in Italia), andranno dunque staccate le macchine. Nell’ospedale di Nottingham dove la piccola è ricoverata o in un hospice. Negato anche  il trasferimento in casa a Ilkeston, nel Derbyshire, richiesto dai genitori. Secondo il giudice l’estubazione e le cure palliative al domicilio della famiglia sarebbero “contrarie al migliore interesse” della piccola.

La richiesta del console Corradini

Tanto meno un suo trasferimento in Italia, come chiesto ieri dal console italiano a Manchester Matteo Corradini. Nella sua funzione di giudice tutelare ha emesso un provvedimento di urgenza. Dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambin Gesù di Roma e il trasferimento della minore a Roma”.

Nominato un curatore speciale

Il console – riferiscono i legali della famiglia Gregory – ha anche nominato un curatore speciale per gestire le procedure. Il decreto è stato comunicato al direttore generale dell’ospedale britannico “al fine di favorire la auspicabile collaborazione tra le autorità sanitarie dei due Paesi. Ed evitare un conflitto di giurisdizione”.

Il padre: vi prego di salvare mia figlia

I genitori Gregory hanno presentato ricorso.  “Come padre non ho mai chiesto o implorato nulla in vita mia”, dice disperato il papà di Indi. “Ma ora prego il governo britannico di aiutarmi a salvare la vita di nostra figlia. I vertici del servizio sanitario nazionale hanno minacciato di rimuovere il supporto vitale oggi, senza la presenza dei familiari”.

Pillon: lavoriamo per un accordo tra i paesi

“Siamo al lavoro per trovare un accordo tra le autorità dei due Paesi per soddisfare la richiesta della famiglia e curare Indi a Roma”. Così su ‘X’ Simone Pillon, legale della famiglia di Indi Gregory che cura il lato italiano della complicata vicenda. “Concedere la cittadinanza italiana alla piccola Indi per consentire alla sua famiglia di poterla curare all’ospedale pediatrico Bambino Gesù è un escamotage. La vita è sacra”, dice Francesco Zaffini di Fratelli d’Italia. “Sappiamo che c’è già la disponibilità dell’hospice del Bambino Gesù, quindi c’è una possibilità”. Matteo Salvini si dice “orgoglioso” del governo italiano, ” perché la vita viene prima di tutto e quindi tentare di salvare una vita vale un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza”.

Cittadinanza italiana, la vita viene prima di tutto

L’Italia non molla ma è una battaglia improba. “Un gesto di grande umanità, di affermazione che il diritto alla vita viene prima di tutto”, dice Ugo Cappellacci di Forza Italia. “Se la generosità dell’ospedale Bambino Gesù di Roma può rappresentare una speranza per una giovane vita, come richiesto dai genitori,  è giusto e doveroso che si faccia tutto il possibile”.

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