Colpo di scena in Portogallo: le dimissioni del premier causate da un errore di trascrizione della Procura
Colpo di scena nell’inchiesta giudiziaria che ha portato, il 7 novembre, alle dimissioni del premier del Portogallo Antonio Costa. Si è scoperto, infatti, che l’Antonio Costa sospettato di aver commesso reati di corruzione non era lui, ma il suo ministro dell’Economia e omonimo, Antonio Costa Silva. Un errore che, secondo la stampa portoghese, sarebbe stato ammesso dalla stessa Procura, che ha riconosciuto di aver “sbagliato la trascrizione del nome” nell’ambito di un’intercettazione nella quale si sentirebbe il cognome completo del ministro.
La Procura ammette il clamoroso errore
L’errore, a quanto emerso, è stato segnalato dalla difesa di uno degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta, Diogo Lacerda Machado, che è uno dei fedelissimi del premier. Benché allo stato attuale la posizione del premier, che si è sempre dichiarato innocente, risulti profondamente cambiata, nell’inchiesta resta il pesante coinvolgimento di membri del suo staff e forse dello stesso governo, espressione di una solidissima maggioranza parlamentare socialista. Rieletto nel 2022, Costa, 62 anni, guida il Portogallo dal 2015, dopo essere stato prima ministro dell’Interno e poi sindaco di Lisbona.
L’inchiesta per corruzione che coinvolge fedelissimi del premier e membri del governo
Al centro dello scandalo vi sono le concessioni per le miniere di litio nel nord del Portogallo, un progetto per un impianto per l’idrogeno verde e un centro dati nella città costiera di Sines. All’inizio del mese la polizia portoghese ha fatto irruzione in diversi edifici privati e pubblici, fra cui i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e la sede del comune di Sines, nell’ambito di un’ampia indagine per corruzione e traffico di influenze. La Procura ha quindi disposto l’arresto del capo di Gabinetto di Costa, Vítor Escária, del sindaco di Sines e di altre tre persone. Fra i sospettati vi sono anche il ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e il capo dell’agenzia portoghese per l’Ambiente. Secondo le accuse, i sospetti usavano il nome del primo ministro nei loro traffici illeciti.
Il Portogallo verso le elezioni anticipate, ma Costa guiderà il governo fino a marzo
Le perquisizioni effettuate, secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, sono state 42, fra queste anche quella a Palacio São Bento, sede del Parlamento portoghese, che ospita anche la residenza ufficiale del primo ministro. Qui, nell’ufficio di Vítor Escária, gli agenti hanno trovato 75mila euro in contanti, nascosti tra l’altro in libri e casse di vino. Dunque, una situazione politicamente insostenibile, anche senza il coinvolgimento diretto del premier. Il quale, sabato sera, in un discorso alla nazione, prendendo le distanze da quanto accaduto e dai suoi collaboratori coinvolti, ha parlato di “vergogna” e “fiducia tradita”, ma ha anche annunciato che “con molta probabilità non ricoprirò più alcuna carica pubblica”. Intanto, però, dopo le dimissioni rassegnate nelle mani del presidente Marcelo Rebelo de Sousa, resterà ad interim a capo del governo fino a marzo per portare a compimento la finanziaria. Poi dovrebbero tenersi le elezioni anticipate già convocate.