Capezzone fa ironia sulla piazza di Schlein: i soliti slogan da liceali, ripetitivi e lagnosi

12 Nov 2023 12:43 - di Redazione
Capezzone

Ma alla fine, il Pd di Elly Schlein, cosa propone per l’Italia e per gli italiani? Non si capiva e si continua a non capire. Il Pd può portare in piazza diecimila persone o il doppio o il triplo (era una manifestazione nazionale, comunque) ma il nodo politico resta irrisolto. E ciò dà modo a Daniele Capezzone, nel commento apparso oggi sul quotidiano “Libero”, di ironizzare sulla piazza colorata di rosso ieri a Roma. Con un Conte sorridente e fiducioso nel campo largo, che i media compiacenti hanno trattato come una manifestazione di rivincita e di rinascita.

Una manifestazione senza parole nuove e proposte

“Alla fine della fiera”, osserva Capezzone, non abbiamo percepito “né una parola nuova né uno straccio di proposta, o almeno una direzione di marcia, qualcosa di minimamente e letteralmente “costruttivo”, cioè volto a dare corpo a un’alternativa rispetto al governo.
Tutto rimane avvolto in una vaghezza lagnosa da assemblea del liceo: un po’ di pace, un po’ di giustizia sociale, «un futuro più giusto per le persone e il pianeta», il no «alla precarietà e allo sfruttamento», oltre alla consueta nenia autoipnotica sulle «discriminazioni contro le donne, le persone migranti, le persone lgbtq+»”.

La sinistra sa solo demonizzare l’avversario

Ciò che alla sinistra riesce bene resta la demolizione retorica e arruffata di tutto ciò che sa di “meloniano”, trasformato subito in sovranismo o in pericolo fascista. Insomma, sono maestri di demonizzazione dell’avversario. C’è una certa stanchezza anche nel dover commentare le uscite del Pd, sconfessato di recente anche dal cancelliere tedesco Scholz, interessato a riproporre un accordo simile a quello che il governo italiano ha siglato con l’Albania.  Sembra che il Pd non si sia reso conto che gli italiani non sono rappresentati dagli ospiti dei talk show di La7.

Nessuno crede alla favoletta dell’alternativa di sinistra

Ma lasciamo ancora la parola a Capezzone: “A ben vedere, la dura realtà con cui la sinistra e tutte le opposizioni dovrebbero fare i conti è che il loro bilancio politico è disastroso. Pur in presenza di una congiuntura oggettivamente delicata e sfavorevole per l’esecutivo (due guerre, un evidente rallentamento dell’economia, una spinta riformatrice non particolarmente robusta), le tre minoranze non sono minimamente riuscite a far tesoro della situazione. Il terzo polo di Renzi e Calenda è imploso, come si sa. Quanto a Pd e M5S, il massimo che hanno saputo realizzare finora è una competizione al ribasso per contendersi i voti già esistenti”.

Chi ci crede dunque alla favoletta dell’alternativa credibile? Nessuno. Andranno avanti con gli slogan da liceali anche contro il premierato, sperando che un referendum confermativo sulla riforma, nel 2025, possa ridare fiato allo schieramento dello status quo che il Pd rappresenta ormai da anni.

 

 

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