Bonomi: “Siamo favorevoli al premierato purché non sia una riforma a metà. La stabilità è un valore”

6 Nov 2023 14:04 - di Alessandra Danieli

Il premierato targato governo Meloni ottiene la promozione ‘condizionata’ di Confindustria. “Noi noi siamo contrari a questa riforma che viene proposta. Purché questa riforma vada nella direzione che si è chiesto. La mia sensazione è che sia una riforma a metà e le riforme a metà non funzionano, creano problemi”. Così, senza giri di parole, Carlo Bonomi nel suo intervento all’assemblea dell’Unione Industriali di Torino.

Premierato, Bonomi: va bene, ma che sia un riforma vera

“Se vogliamo un premierato che sia un premierato”, precisa il numero uno di Confindustria. “Perché si vuole dare la possibilità agli italiani di scegliere il primo ministro così deve essere. Non può esserci poi il caso in cui se il primo ministro non va bene allora se ne sceglie uno della maggioranza, purché faccia il programma previsto al tempo delle elezioni. Il mondo ci ha insegnato che in tre mesi succede qualunque cosa”. Il via libera degli industriali, insomma, è condizionato alla realizzazione piena della riforma costituzionale. “Se si vuole fare una riforma di premierato – ribadisce Bonomi – la si faccia con i poteri del premierato”.

“Oggi si può cambiare, le risorse ci sono”

Riflettori puntati sulla situazione finanziaria e geopolitica. “L’Italia sta attraversando un momento particolare, un momento nel quale tutti i parametri ci stanno dicendo che stiamo rallentando: dal 2008 non abbiamo avuto performance di crescita straordinarie e oggi stiamo tornando a quei livelli”. Bonomi non nasconde le insidie. “Oggi però abbiamo l’opportunità per cambiare. La vera sfida che ha il governo è fare quelle cose che per 50 anni ci hanno detto che non potevano fare perché non avevamo le risorse. Oggi le risorse ci sono, non ci sono più scuse“.

La stabilità politica è un valore

“La stabilità politica è un valore”, ha aggiunto Bonomi. “Non ne facciamo una questione di partiti ma di continuità. È una questione di fare interventi normativi che hanno bisogno di tempo. Non si investe su ricerca e tecnologie con interventi che ogni anno cambiano. Se ogni anno cambiano le politiche su investimenti e ricerca diventa impossibile o comunque molto complicato”.

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