Atreju, Schlein nel pallone dopo le parole di Meloni. “Non è tempo di feste, vediamoci in Aula”
L’accusa di mancanza di coraggio le brucia. Ma il no preventivo alla festa di Atreju, la tradizionale kermesse di Fratelli d’Italia aperta anche agli avversari, è stato un autentico boomerang per Elly Schlein. Prima l’imbarazzo dei piani alti del Nazareno, poi l’alibi del mancato invito, poi il no. Definitivo.
Schlein in crisi dopo il no ad Atreju
Ovvio che il titolo della notizia diventa ben presto “Elly Schlein fugge dal confronto”. Quel confronto che, le ricorda la premier Giorgia Meloni da Zagabria, ben altri rappresentanti del centrosinistra prima di lei hanno accettato salendo sul palco di Atreju senza tirarsi indietro davanti alle domande incalzanti e agli scherzi dei giovani di FdI.
Meloni: altri lo hanno fatto con coraggio
Il duello tra Elly e Giorgia continua a distanza. Dalla Croazia a la premier non si tira indietro di fronte alle domande dei cronisti. E punge la segretaria del Pd. “C’era un tempo molto lontano da oggi, anche in un altro clima, in cui Fausto Bertinotti non aveva timore a dialogare”. Una bella provocazione a cui Schlein ribatte con un altro “no, grazie”. “Non è fase da incontrarsi alle feste di partito, ma di farlo in Parlamento”, insiste come un disco rotto. A varcare l’ingresso della festa che si terrà a Castel Sant’Angelo a dicembre non ci pensa proprio. E sfida la premier in Aula (come se già non fosse così). “Sui temi concreti. Come il salario minimo. È lì che vi aspettiamo per confrontarci e votarlo, se ne avete il coraggio”.
“Non è tempo di feste. Si dialoga in Parlamento”
E giù con la lista della spesa. Il salario minimo, cavallo di battaglia delle opposizioni e unica proposta finora unitaria. Che sta per essere destinato verso un binario morto. “Dopo mesi di rinvii – dice Schlein- Giorgia Meloni vuole sfilare definitivamente al Parlamento la discussione sul salario minimo. Voltando le spalle a 3,5 milioni di lavoratori e lavoratrici. È lì che vi aspettiamo per confrontarci”.
Il partito tace e aspetta
Non è tempo di ‘siparietti’ alle feste di partito, dice. Per il momento il partito tace e la decisione della segretaria di non andare non desta particolari mal di pancia. “Ha fatto bene a non andare”, dice Matteo Orfini, senza sapere forse che alla tre giorni di FdI manca circa un mese. Per Bertinotti, citato da Meloni in antitesi a Schlein, il punto è che rispetto ai suoi tempi, la politica è cambiata. “Capisco l’intento di Meloni. Non voglio fare alcun confronto tra oggi e allora. Non mi permetto di dare giudizi. Dico solo che si tratta di cicli completamente diversi. Allora – spiega l’ex presidente della Camera – c’era una politica ancora forte, anche se già iniziava la fase di declino. Ma eravamo ancora lontani da oggi”.