Altro che operazione di facciata: il governo mette 15 milioni sul progetto “Educare alle relazioni”

22 Nov 2023 16:27 - di Federica Parbuoni
educare alle relazioni

Sarà finanziato con 15 milioni di euro e, se darà riscontri, dal prossimo anno scolastico diventerà obbligatorio. È un impegno concreto e che guarda al futuro quello assunto dal governo con il progetto “Educare alle relazioni”, presentato oggi nell’ambito delle iniziative di prevenzione della violenza contro le donne, nello stesso giorno in cui il Senato discute il ddl Femminicidi in un clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione. “Iniziamo subito con 30 ore, che saranno svolte a livello extracurriculare: è un pacchetto importante”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, presentando il progetto in conferenza stampa con i colleghi Eugenia Roccella Gennaro Sangiuliano, presente anche il sottosegretario al Mim, Paola Frassinetti.

Valditara: “Per la prima volta nelle scuole italiane si affrontano di petto machismo e maschilismo”

“Questo progetto si intitola ‘Educare alle relazioni’ e affonda le sue radici nel progetto ‘Educare al rispetto’ che risale al 2015. Di quel progetto è una evoluzione molto significativa. È la prima volta che in Italia si fa un esperimento di questo tipo, è la prima volta che si intende affrontare di petto il tema del machismo e del maschilismo, della violenza psicologica e anche fisica nei confronti del genere femminile”, ha proseguito Valditara, sottolineando poi che il progetto non è nato ieri, ma “ha preso le mosse dagli eventi successi la scorsa estate, lo stupro di Palermo e gli stupri di Caivano, oltre che dalla mia ferma volontà che occorre dire basta in modo drastico a quei residui di cultura maschilista e machista che ancora inquina il nostro Paese”. “È inaccettabile – ha avvertito – che la donna debba subire quotidianamente vessazioni, umiliazioni e violenze”.

Il progetto “Educare alle relazioni”

Il progetto partirà in via sperimentale dalle scuole superiori, dove sarà inserito in particolare nel perimetro dell’educazione civica, ma con rimandi alla cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Sarà articolato in gruppi di discussione con il coinvolgimento degli studenti, che saranno invitati a prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e rappresentazioni e della possibilità di modificarli. “Gli studenti – ha spiegato il ministro – saranno anche edotti delle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generale. Se non c’è il consenso, rischi l’avvio di un procedimento penale”. I docenti coinvolti saranno pagati: “Per la prima volta non chiediamo un impegno aggiuntivo ai docenti” senza una remunerazione o senza formazione, “infatti – ha chiarito Valditara – abbiamo avviato un percorso con l’ordine degli psicologi”. Valditara, inoltre, spiegando di apprezzare la volontà di dialogo sul tema espressa da Elly Schlein, ha rivolto un invito a “tutti, giornalisti e società civile” a discutere per “migliorare questo progetto e non a sprecare tempo in polemiche inesistenti”.

Frassinetti: “Piano necessario e innovativo”. Roccella: “Serve un cambio culturale impegnativo”

Di “piano necessario e innovativo”, ha parlato poi il sottosegretario Frassinetti, spiegando che “i docenti dovranno soprattutto far capire ai bambini e ai ragazzi che nessuno può togliere la libertà ad altri e che amare significa rispettare”. È stata poi Roccella a sottolineare che “il protocollo che stiamo firmando ha obiettivi molto specifici: vogliamo accrescere tra i giovani e tra le ragazze gli strumenti a disposizione delle donne per riconoscere e combattere i segni della violenza“. “Comportamenti – ha proseguito il ministro della Famiglia e delle Pari opportunità – non solo aggressivi, ma che producono quella discriminazione che conosciamo”. Roccella, quindi, affermando che “il patriarcato esiste” e va riconosciuto nelle sue “nuove forme”, ha sottolineato che “i protagonisti del cambiamento devono essere gli uomini, a partire dalla volontà di modificare la cultura patriarcale”. “Tutto nasce dall’incapacità maschile di riconoscere e rispettare la libertà delle donne”, ha aggiunto, rilevando che il ddl sui femminicidi “è fondamentale, ma non risolve tutto”.  “È necessario – ha detto – un cambiamento culturale molto impegnativo”.

Sangiuliano: “La cultura è un antidoto formidabile contro ogni forma di violenza”

Infine, Sangiuliano ha indicato il ruolo della cultura come “antidoto formidabile contro ogni forma di violenza e per far crescere la cultura del rispetto”. “La nostra Costituzione già ci illumina su questa strada. Io ho aderito all’idea di far sì che i migliori prodotti audiovisivi che verranno fatti dagli studenti sulla violenza contro le donne possano accedere al festival di Venezia, dedicando uno spazio a questo tema, facendo crescere una forte sensibilità”, ha proseguito il ministro, spiegando che “nella definizione dei criteri con cui si accede ai finanziamenti pubblici per il cinema abbiamo previsto un meccanismo di punteggio superiore per quei prodotti audiovisivi che si occupano del tema del rispetto delle donne”.

 

 

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