Altro addio eccellente nel Pd: Soru abbandona la Schlein: “Partito mai nato”

14 Nov 2023 13:05 - di Adriana De Conto
Soru Schlein

Il “suicidio” tattico del Pd in Sardegna è passato un po’ in sordina. Il partito appoggerà una candidata del M5S alla regionali di inizio 2024, provocando l’uscita dal partito di Renato Soru, un “big”. La manifestazione romana, la manovra, lo sciopero hanno un po’oscurato l’uscita dal partito della Schlein dell’ex presidente della Regione Sardegna. Ma ora sta deflafgrando.

Regionali in Sardegna, il Pd appoggerà una candidata grillina: è caos

Mentre Elly Schlein stava a piazza del Popolo contro il governo Meloni, lo storico esponente ha annuncia contemporaneamente sia l’addio al partito di cui è co-fondatore; sia la sua personale (per quanto ancora non definita)  ricandidatura a presidente della Regione Sardegna. Ma in concorrenza con Schlein,  con una lista politica autonoma al centrosinistra. Davanti a 600 persone a Cagliari Soru ha lanciato la sua “Rivoluzione gentile”.

Renato Soru, tra i fondatori del Pd, lascia la Schlein

Lo psicodramma è partito:”Ho fondato il Pd, ho consegnato al partito la passione, la competenza e la mia voglia di partecipazione politica. Ora me le riprendo e lo metto a disposizione di un nuovo soggetto politico“.  L’addio è avvenuto dopo l’ufficializzazione del nome della grillina Alessandra Todde come candidata governatrice sarda per Pd e M5S, che tanti mal di pancia ha causato nel partito, soprattutto tra le dirigenti del PD. opo questa decisione, diventerà più complicato per il centrosinistra riuscire a scalzare Christian Solinas del centrodestra . Bene così. Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi e Caterina Chinnici, Di Giorgi.

Arturo Parisi: “Una sciagura la rottura del centrosinistra”

“Una sciagura”, definisce Arturo Parisi , fondatore dell’Ulivo, la rottura del campo del centrosinistra nella sua Sardegna. E fa un tentativo rivolgendosi a Pd e M5S perché non abbandonino lo strumento delle primarie, di cui proprio Parisi è stato l’ideatore: “Non si è capito che le primarie rappresentano il principale strumento disponibile per costruire la coalizione”, dice, raggiunto dall’Adnkronos. “Solo una vera unità politica del centrosinistra può offrire una alternativa allo stato di cose presenti e costringere lo stesso centrodestra ad un confronto sui nodi della crisi”. Epperò il fronte del Pd locale  è inferocito. Il partito che – a detta della Schlein- dovrebbe essere il perno del “campo largo” del centrosinistra, rischia seriamente di diventare subalterno.

La dirigenza sarda del Pd nel caos: centrosinistra spaccato

La dirigenza sarda dem non l’ha presa bene e per loro ha parlato proprio Soru: «Ho paura che sia finito il tempo di questo partito mai nato, a cui ho dedicato tanto impegno, che non riesce nemmeno ad esprimere un candidato tra i suoi dirigenti; e si consegna e peggio consegna la Sardegna, nelle mani dei grillini». Alessandra Todde, oltre a gran parte del Pd,  non trova il gradimento di Azione di Carlo Calenda, che ha ufficializzato il suo no: “Alleanze guidate da un Cinque Stelle non riusciamo a sostenerle perché il M5S si è dimostrato una forza incapace di governare”.

Neanche Azione, +Europa e progressisti voteranno la grillina Todde

Il “campo largo”è già -con una facile a abusata battuta – un campo santo. Ma è la realtà: quello dell’ex ministro è solo l’ultimo dei tanti “no” finora incassati dall’ex vice di Giuseppe Conte, che si unisce a quelli di Progressisti, Liberi e +Europa, che sosterranno la probabile ricandidatura di Renato Soru e quella di Matteo Renzi. Il centrodestra non può che sorridere.

 

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