Torino: uccide la moglie, va al lavoro e si lancia nel vuoto. Quegli strani gesti che infittiscono il mistero
Torino si risveglia nel sangue. Nell’orrore di un omicidio-suicidio che nella sua esecuzione ha impresso alla tragedia ulteriore sgomento. Questa mattina allora, a Rivoli, una zona di provincia all’ombra della Mole, un uomo uccide la moglie per poi andare al lavoro e quindi togliersi la vita. Sul doppio dramma familiare indagano i carabinieri, che dopo i primi rilievi e riscontri effettuati secondo quanto prevede il protocollo, sarebbero arrivati a una prima ricostruzione dei fatti. Una ipotesi in base alla quale l’uomo avrebbe ucciso la moglie ferendola alla gola, per poi recarsi al lavoro con la figlioletta che sarebbe stata affidata a un collega.
Omicidio-suicidio a Torino: uccide la moglie e si suicida. Un folle gesto di cui non si conoscono ancora le ragioni
Tra un momento e l’altro di questa agghiacciante sequenza, dalle prime informazioni raccolte sembra addirittura che l’omicida prima di recarsi nel suo ufficio, chiamato la madre in Calabria (che poi ha provveduto a dare immediatamente l’allarme ai carabinieri). Quindi, una volta solo, l’uomo si sarebbe allontanato per suicidarsi, lanciandosi da un silos. Prima di gettarsi nel vuoto, però, avrebbe fatto un’ultima telefonata ancora: quella per avvertire il 112…
Torino, uccide la moglie poi va al lavoro con la figlia di 3 anni e si toglie la vita
Uccide la moglie e si suicida: s’indaga sul movente della tragedia familiare
Movente ancora oscuro. Possibile arma del delitto rinvenuta e sequestrata. E, mentre si indaga alla ricerca di elementi utili a fare luce su un mistero che sembra infittirsi a ogni ora che passa, una ulteriore acquisizione sul campo. Dai primi rilievi effettuati non sono stati trovati in casa biglietti che possano spiegare il gesto. Maggiori informazioni sul caso, però, potrebbero arrivare dalle testimonianze di vicini. Colleghi. E conoscenti, che gli inquirenti stanno già acquisendo. Proprio nelle prime ore successive all’omicidio-suicidio, i carabinieri hanno anche ascoltato la testimonianza del collega della ditta di Orbassano a cui l’omicida-suicida ha affidato la bimba prima di allontanarsi e uccidersi.
I vicini testimoni di una lite in strada: la vittima non aveva risposto alle chiamate del compagno
Infine, a margine di ricerche e audizioni, rilievi e riscontri sulla scena del crimine, emerge intanto che la vittima, che era bidella in una scuola di Pianezza, è stata trovata nel soggiorno dell’appartamento con almeno una ferita alla gola. Lui, invece, lavorava come operaio. Alle forze dell’ordine non risultano denunce per violenze o maltrattamenti. Ma secondo alcuni vicini i due litigavano spesso. L’ultima volta sarebbero stati visti discutere qualche giorno fa in strada perché l’uomo avrebbe accusato la compagna di non aver risposto ad alcune sue chiamate al telefono.
Colleghi e vicini descrivono l’uomo come una persona generosa e disponibile
I colleghi dell’uomo, inoltre, lo hanno descritto come una persona generosa e disponibile. Anche un vicino lo ha ricordato come una persona gentile. Ora l’attenzione si concentra sulla figlia dei due, la terza vittima di questa tragedia familiare. La piccola, portata via dal luogo dove il papà si è tolto la vita, è stata condotta in ospedale a Torino per accertamenti. Poi, verrà affidata a un parente…