Scoperto un caso di scabbia a Riccione. Nell’ultimo decennio malattia in aumento

9 Ott 2023 20:15 - di Redazione
scabbia

Scoperto un caso di scabbia in un alunno di una scuola elementare di Riccione. Lo riferisce l’Ausl Romagna informando che il caso è stato segnalato alla Pediatria di Comunità di Rimini e che è già stata attivata la procedura per la gestione dei contatti a rischio con il caso interessato.

Il responsabile della malattia è un acaro parassita

Il responsabile di questa malattia è un acaro parassita, lo Sarcoptes scabiei.  Il sintomo più comune è un prurito intenso che induce a grattarsi e questo, oltre ad un risultato estetico poco gradevole, può super-infettare la pelle. Ma resta una patologia banale, per la quale si dispone di farmaci efficaci e a basso costo. Nell’ultimo decennio in Italia – come spiega il ministero della Salute sul suo sito – si è riscontrato un aumento dei casi probabilmente a causa della diffusione dei viaggi in Paesi dove la malattia è più presente. I fattori che la favoriscono sono la scarsa igiene e la vita in comunità, per esempio sono stati osservati casi di scabbia nelle case di riposo, nei dormitori e nelle scuole materne.

Per infettarsi basta un contatto diretto di 20 minuti

La fonte più comune di trasmissione di questa malattia è il contatto diretto e prolungato con una persona già infettata. Occorrono da 15 a 20 minuti di contatto perché si verifichi il passaggio del parassita, per questo è più facile in famiglia, negli istituti di lunga degenza, asili nido, caserme. E’ anche una malattia che può trasmettersi per via sessuale, ma anche in questo caso il contatto deve essere prolungato, come quando si trascorre la notte insieme nello stesso letto. L’acaro riesce a vivere fino a 1 o 2 mesi se è a contatto con l’essere umano o con un animale a sangue caldo, ma non sopravvive più di 48-72 ore se lontano dall’uomo. Inoltre le larve muoiono se esposte a una temperatura superiore ai 50°C per 10 minuti.

Non vanno usate pomate al cortisone

Quando si sospetta la malattia – indica il ministero della Salute – si raccomanda di rivolgersi al medico e di non applicare nulla sulla pelle. L’uso improprio di alcuni prodotti, specialmente a base di cortisone, potrebbe determinare un miglioramento dei sintomi momentaneo ma non risolutivo e potrebbe rendere più difficile la diagnosi corretta.

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