Schlein e Conte in prima fila al congresso delle “toghe rosse”. FdI: «Un’esibizione indicativa»
«È indicativa quanto contraddittoria la partecipazione di Schlein e Conte al congresso di Area democratica, corrente di sinistra della magistratura». Prende posizione Tommaso Foti sulla clamorosa presenza dei due principali esponenti dell’opposizione al congresso delle toghe rosse.
«Da esponenti politici che ogni giorno pretendono di erigersi a tutori dell’indipendenza e della terzietà della magistratura – prosegue il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati – ci saremmo aspettati altro, ma all’evidenza è stata più forte la spasmodica ricerca di visibilità che i segretari di PD e M5S coltivano in modo ossessivo e compulsivo. Tuttavia, la loro è stata un’altra esibizione, da dimenticare».
Varchi: “Alla sinistra è consentito tutto”
Per il deputato di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi e capogruppo in commissione Giustizia alla Camera è una presenza che «lascia perplessi», «in un periodo storico molto delicato per l’Italia, l’esistenza delle correnti nella magistratura non può essere legittimata dalla presenza di leader politici. In questo modo si mette a rischio la fiducia dei cittadini verso un organo che dovrebbe essere autonomo e indipendente e in aggiunta – fatto ancor più grave – si crea un solco tra poteri dello Stato. Ma per la sinistra tutto è a loro consentito».
Il filo che unisce la sentenza del tribunale di Catania e la presenza di Schlein e Conte
Il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Raffaele Speranzon fa un ragionamento che unisce idealmente i puntini. «Qualche giorno fa la sentenza del tribunale di Catania contro il decreto del governo che ha liberato alcuni migranti; oggi la partecipazione di Giuseppe Conte e Elly Schlein al congresso di Area democratica, la corrente di sinistra della magistratura. Due episodi che ripropongono in maniera preoccupante il tema della magistratura politicizzata».
Speranzon: “Grave che un potere dello Stato agisca secondo logiche politiche”
«È grave – prosegue il senatore di FdI – dover constatare che all’interno di un potere dello Stato esiste una componente che agisce secondo logiche politiche. L’amministrazione della giustizia, infatti, dovrebbe avvenire in maniera terza ed imparziale con l’unico fine di applicare la legge. Invece assistiamo sempre più spesso a sentenze politicamente orientate, come quella di Catania, che rischiano di vanificare le politiche del governo. Fortunatamente questo fenomeno riguarda una piccola minoranza rispetto alla gran parte della magistratura, che con onore e rispetto adempie alla sua alta funzione costituzionale. Ciò però – conclude Speranzon – non può distogliere dalla preoccupazione e dai rischi di una sua politicizzazione».