Omicidio Serena Mollicone: al via il processo d’appello. La procura generale chiede di sentire 44 persone
La Corte d’Assise di Appello di Roma ha deciso di riaprire il processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel giugno del 2001. La richiesta è arrivata dalla procura generale che ha anche sollecitato le audizioni di 44 persone, tra testimoni e consulenti, ritenute dal sostituto pg “indispensabili” per l’accertamento della verità.
Nel processo sono imputati il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della caserma di Arce, il figlio Marco, la moglie Annamaria, e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Tutti erano stati assolti in primo grado a Luglio 2022 dalla corte d’assise di Cassino.
L’avvocato della famiglia Mottola: replicheremo punto su punto
Secondo la Corte è importante intanto ascoltare i consulenti che sono stati ammessi tutti. Per gli altri testimoni – definiti “laici” – si deciderà di volta in volta a partire dalla prossima udienza fissata il 20 novembre. Sono previste successivamente udienze il 7, il 14 e il 21 dicembre quando, presumibilmente, potrebbe arrivare la sentenza.
“Siamo contenti – ha commentato a caldo Antonio Mollicone, lo zio di Serena – dopo 22 anni vogliamo che si faccia sempre più luce su questo caso e che si ascolti il contributo di tutti. Perché avere preclusioni? Noi non le abbiamo mai avute: chi sa la verità la dica, in questo modo i giudici potranno interpretare”.
Secondo l’avvocato Mauro Marsella, legale del pool della difesa della famiglia Mottola, “il giudice ha deciso di rinnovare l’istruttoria dibattimentale contro le nostre indicazioni. Riteniamo che questa scelta sia giuridicamente legittima tant’è ne prendiamo atto. Replicheremo punto punto alle osservazioni che emergeranno in udienza sia sui consulenti che sono stati indicati dalla pubblica accusa sia anche attraverso i nostri consulenti”.
Chi sono le 44 persone che il pg ha chiesto di ascoltare per la morte di Serena Mollicone
Tra i 44, consulenti e testimoni, che il procuratore generale ha chiesto di ascoltare nel processo d’Appello in corso a Roma per l’omicidio di Serena Mollicone, c’è il luogotenente Gabriele Tersigni, ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, a cui il brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, aveva affidato le sue confidenze, dopo gli interrogatori del 28 marzo e del 9 aprile di quell’anno. Un teste chiave per la procura di Cassino che ne aveva gia’ chiesto l’escussione in primo grado senza successo. A Tersigni, Tuzi avrebbe rivelato di aver visto la Mollicone entrare in caserma la mattina del 1 giugno 2001.