Nadef, da Camera e Senato sì allo scostamento di bilancio. Il governo punta su famiglie e taglio del cuneo
Camera e Senato hanno approvato la Nadef e le rispettive risoluzioni di maggioranza sullo scostamento di bilancio chiesto dal governo. Il voto, che richiedeva la maggioranza assoluta, è passato a Montecitorio con 224 sì e 127 no e a Palazzo Madama con 111 voti a favore, 69 contrari e un solo astenuto. “Piena soddisfazione da parte di FdI e di tutto il centrodestra per l’approvazione della Nadef alla Camera dei deputati con largo margine”, è stata espressa dal capogruppo alla Camera, Tommaso Foti. “Nell’ambito di una manovra responsabile – ha chiarito – puntiamo su famiglie e imprese con particolare attenzione e impegno al taglio del cuneo fiscale”.
A cosa servirà lo scostamento di bilancio
Lo scostamento è quantificato in 23,5 miliardi di euro: 3,2 miliardi di euro quest’anno, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025. È volontà del governo utilizzare i fondi aggiuntivi previsti per il prossimo anno principalmente per la conferma del taglio del cuneo fiscale, con accorpamento delle prime due aliquote Irpef; per il rinnovo dei contratti pubblici e del comparto sanitario; per il potenziamento dei provvedimenti di sostegno alla natalità.
Cosa prevedono le risoluzioni di maggioranza approvate da Camera e Senato
Le stesse risoluzioni della maggioranza sullo scostamento impegnano il governo a prevedere, con la manovra di bilancio, “il taglio al cuneo fiscale nel 2024 sul lavoro e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale”, oltre a “iniziative a sostegno delle famiglie, con particolare riguardo a quelle numerose, e della genitorialità, volte anche alla conciliazione dei tempi lavorativi con le esigenze familiari”. Nel testo, inoltre, le forze politiche del centrodestra chiedono all’esecutivo di mettere in campo “risorse per proseguire con il percorso avviato di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riferimento al comparto sanitario” e “a considerare collegato alla manovra di finanza pubblica, oltre a quelli già indicati nel Documento, il seguente disegno di legge: ‘Disegno di legge per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese'”.
Gli interventi di Fmi e Fitch
Oggi sia l’agenzia di rating Fitch sia il Fondo monetario internazionale sono intervenuti sul tema del debito pubblico italiano, confermandone la discesa, ma registrando un rallentamento, in un quadro in cui “per tutti i Paesi – ha sottolineato il Fmi – sta diventando difficile riequilibrare le finanze pubbliche”. In particolare, per il Fmi, che ha invitato il governo a un taglio del debito “più ambizioso”, per quest’anno il deficit è stimato al 5%, con un calo al 4% nel 2024,tuttavia bisognerà attendere il 2026 per scendere sotto quota 3% (esattamente al 2,7%) e nel 2028, ultimo anno di previsione, si attesterebbe ancora al 2,5%. Fitch, invece, ha fissato le stime sul disavanzo pubbliche per quest’anno al 5,2% del Pil e al 4,2% nel 2024, avvicinandole “ai nuovi obiettivi del governo”. L’agenzia prevede un calo del debito pubblico/Pil inferiore rispetto alle nuove stime della Nadef, che rappresenterebbero “un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”. Il target di deficit del governo per il 2023, pari al 5,3% del Pil (dal 4,5% nella nota di aprile), è determinato dal costo delle agevolazioni fiscali del Superbonus, mentre il dato per il 2024, pari al 4,3%, incorpora un pacchetto fiscale netto di 0,7 punti percentuali, che dovrebbe includere circa 0,6 punti percentuali di tagli fiscali, principalmente sul lavoro.
Giorgetti: “Sono molto tranquillo. Dal governo un lavoro serio e responsabile”
Le due stime sono state commentate dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Le agenzie di rating fanno il loro mestiere e le rispetto”, ha detto Giorgetti, sottolineando che “quando leggeranno la legge di Bilancio capiranno che il governo italiano ha fatto le cose in modo serio e responsabile e che l’unica cosa che abbiamo fatto in extra deficit, a parte ovviamente l’Ucraina, a parte le cose che non dipendono da noi, è esattamente la conferma del taglio del cuneo contributivo”. “Dopodiché è chiaro che chi fa il direttore del Fmi fa un mestiere diverso da un politico. Il Fmi dà, diciamo, le direttive ai governi. Io ho a che fare con il Parlamento, e soprattutto con la gente e con le famiglie che stanno soffrendo”, ha sottolineato Giorgetti, chiarendo che “sono molto tranquillo”.
A Palazzo Chigi riunione di Meloni con i capigruppo di maggioranza
Secondo quanto emerso, per la serata è stata convocata una riunione a Palazzo Chigi tra i capigruppo di maggioranza, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per fare il punto sulla manovra, attesa in Cdm lunedì prossimo.