Migranti, Meloni: “Meno ingressi illegali, ma più rischio terrorismo. L’Ue dia una risposta forte”

25 Ott 2023 13:04 - di Viola Longo
meloni migranti terrorismo

C’è il dato positivo della diminuzione dei migranti irregolari registrata a ottobre, ma c’è anche l’aumentato rischio per la sicurezza che l’immigrazione illegale porta con sé alla luce della crisi in Medioriente e delle recrudescenze di terrorismo. Nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre, il premier Giorgia Meloni ha affrontato con forza anche il tema dei migranti, ricordando i progressi fatti nel cambio di visione in seno all’Ue, grazie soprattutto al lavoro incessante dell’Italia, ma avvertendo anche sulla necessità di continuare a percorre senza indugi la strada per la protezione delle frontiere esterne. Anche perché, ha avvertito, i nuovi scenari rischiano di minare alla base uno dei capisaldi dell’Unione: Schengen.

Diminuiscono i migranti irregolari: il lavoro del governo dà “i suoi frutti”

“Per la prima volta, lo dico in punta di piedi, il numero di migranti irregolari nel mese di ottobre è diminuito rispetto a un anno fa, segno che il lavoro fatto inizia a dare i suoi frutti”, ha detto Meloni, accogliendo “con soddisfazione le parole del Commissario europeo Ylva Johansson che qualche giorno fa ha dato atto della significativa riduzione delle partenze dalla Tunisia registrata nelle ultime settimane”. Si tratta “certamente”, ha sottolineato il premier, del “frutto di una rafforzata volontà politica di portare avanti quell’accordo nonostante una parte politica abbia agito in tutti i modi per provare a sabotarlo, non comprendendo che così avrebbe fatto un danno agli italiani e un grande favore ai trafficanti di esseri umani”.

La sferzata del premier ai “sabotatori”

Meloni, quindi, ha rivendicato il “lavoro incessante” svolto dal governo “fin dal giorno del suo insediamento, in sede europea e internazionale per arrivare ad un cambio di approccio serio e definitivo nella gestione della migrazione”. “Non più porte aperte e redistribuzione, ma protezione dei confini esterni, lotta senza quartiere al traffico di esseri umani, accordi con i Paesi terzi, canali legali per rifugiati e quote di immigrati regolari compatibili con i bisogni del nostro sistema economico”, ha rimarcato, avvertendo sul fatto che oggi più che mai diventa impellente contrastare il fenomeno.

I rischi per la sicurezza aumentati con la crisi Mediorientale

“La crisi in Medio Oriente ci riguarda direttamente anche per un’altra ragione, che sarà anche essa oggetto della discussione in Consiglio Europeo, ed è la questione della migrazione illegale, e dei rischi per la nostra sicurezza che questo fenomeno può portare con sé, ancora di più nell’attuale scenario”, ha ricordato il premier, sottolineando che “tutti i confini europei sono sottoposti ad una pressione migratoria senza precedenti, a causa soprattutto di una fascia di instabilità che si salda dall’Atlantico al Mar Rosso, fino all’Oceano Indiano, e un fenomeno di questa portata ci impone di contrapporre all’irragionevolezza ideologica la concretezza del buon senso”.

La necessità difendere i confini esterni, anche per salvaguardare Schengen

Parlando poi della sospensione di Schengen tra Italia e Slovenia, il premier ha chiarito che “i più recenti rapporti della nostra intelligence ci hanno confermato che proprio dalla rotta balcanica e da queste modalità operative di infiltrazione possono arrivare per noi i maggiori rischi ed è questa la ragione che ha spinto il governo a intervenire tempestivamente, sospendendo Schengen e ripristinando i controlli alla frontiera con la Slovenia”. Meloni, quindi, ringraziando le autorità slovene e croate per la collaborazione, ha ricordato che “sono finora ben 11 gli Stati europei che negli ultimi giorni hanno adottato provvedimenti simili verso altri Paesi europei confinanti”.

“Alcuni importanti esponenti politici europei – ha aggiunto – hanno commentato questa circostanza mettendo in guardia dal rischio che, continuando su questa strada, Schengen possa andare in frantumi e con esso uno dei pilastri dell’integrazione europea: che è la libera circolazione. È un rischio evidente e una preoccupazione che condividiamo. Ma – ha sottolineato – a maggior ragione, l’unico modo per impedire anche questa deriva è lavorare per difendere i confini esterni dell’Unione. Lavorare sui movimenti primari è la condizione necessaria per controllare i movimenti secondari”.

Il rischio terrorismo e “il dovere di alzare la guardia”

Meloni quindi si è soffermata più nello specifico sul rischio terrorismo e sul fatto che “abbiamo il dovere di alzare la guardia, come abbiamo fatto a partire dall’implementazione delle misure di protezione delle comunità ebraiche e dei luoghi sensibili in tutta Italia. E come hanno fatto nelle ultime ore le nostre forze dell’ordine, che ringrazio a nome di tutti gli italiani per lo straordinario lavoro che svolgono ogni giorno al servizio della nazione, assicurando alla giustizia alcuni fondamentalisti pronti a colpire in qualsiasi momento”.

Meloni: “I terroristi vogliono colpire la nostra libertà. Non ci riusciranno”

“Inquieta – ha aggiunto il premier – vedere ricomparire nelle nostre strade il fenomeno dei lupi solitari, che uccidono innocenti pretendendo di farlo in nome di Dio, con tanto di successive rivendicazioni a nome dello Stato islamico. Vogliono tornare a colpire la nostra libertà, il nostro stile di vita. Vogliono vederci impauriti e pronti a rinunciare alla nostra quotidianità, e la nostra risposta, in Europa, deve essere forte e inequivocabile. Non ci riusciranno”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *