Lingua italiana, Feltri esalta la proposta di FdI contro gli anglicismi e irride la sinistra. Rampelli ringrazia
Difendiamo l’italiano dagli anglicismi. Vittorio Feltri sul Giornale fa un peana della proposta di legge presentata da FdI, primo firmatario Fabio Rampelli. Il discorso torna in auge per via di una lettera inviata al direttore editoriale da parte di un lettore: perplesso e disorientato dalla messe di anglicismi che anche sui giornali gli impediscono di comprendere a fondo il senso delle cose. Vi ricordate le battutine e le critiche della sinistra e delle opposizioni? Il Domani, la Stampa, Repubblica parlarono di “autarchia”, di intento punitivo da parte del governo verso chi osasse usare una terminologia inglese. Invece, scopri che l’istanza è molto assecondata dagli italiani. Il vicepresidente della Camera ringrazia il direttore editoriale del Giornale. “Dopo mesi di malintesi, voluti o in buona fede, che avevano stravolto il senso della proposta di legge sulla tutela della lingua italiana, oggi anche Vittorio Feltri mette un punto alla ridda di interpretazioni e stravolgimenti”.
Lingua italina, Rampelli ringrazia Feltri per la “crociata” sul Giornale
È quanto ha dichiarato Rampelli commentando la lunga replica al lettore in un articolo da applausi. “Con la chiarezza che gli è tipica – ha aggiunto Rampelli – Feltri risponde a un lettore che gli esprime le difficoltà a districarsi nelle selva dei termini inglesi ormai in uso in Italia. Da giornalista di razza qual è, il direttore va direttamente alle fonti ed evidenzia i contenuti della proposta di legge proposta di legge presentata da FDI. Attenendosi ai fatti, per poi sottolineare uno degli aspetti più importanti che la ispira: l’accesso alla democrazia e l’esercizio dei diritti individuali. Se la pubblica amministrazione si esprime in una lingua straniera, come avviene da qualche anno a questa parte, il cittadino non riesce a comprendere quali siano i suoi diritti e i suoi doveri. Non è un problema soltanto culturale, di difesa della nostra identità linguistica, questione comunque nobile, ma è un problema di democrazia”.
Lingua italiana, Rampelli: “Dalla sinistra polemiche elitarie e sarcastiche”
“Non a caso, in Francia – fa notare il vicepresidente della Camera- la Corte costituzionale annullò un accordo sindacale sottoscritto dal Governo e dalle rappresentanze dei lavoratori: proprio perché i contenuti di quell’accordo non erano comprensibili a tutti in quanto contenente parole ed espressioni straniere. Lo stesso presidente dell’Accademia della Crusca, prof. Paolo D’Achille, che mi ha onorato della sua presenza a un convegno sulla materia, si è augurato che l’Italia inverta la rotta; valorizzando al massimo l’italiano anche attraverso interventi costituzionali e ordinari”. “Continuo a restare stupefatto che la sinistra, da sempre sostenitrice di diritti universali come la partecipazione e il diritto alla conoscenza – ha osservato il vicepresidente- si sia fatta trascinare in polemiche elitarie e sarcastiche”.
Feltri: “La sinistra ha ridicolizzato la proposta di FdI, ma vige in altri paesi”
La lingua italiana – si legge nell’articolo di Feltri- andrebbe salvaguardata, conservata, essa è a rischio estinzione. È un fatto che dal 2000 ad oggi il numero delle parole inglesi confluite nell’idioma italiano è aumentato del ben 773 per cento. Inoltre, sono quasi 9mila gli anglicismi presenti sul dizionario della Treccani. Continuando di questo passo potremmo arrivare al progressivo disuso e addirittura alla scomparsa di sostantivi, aggettivi, verbi, sostituiti da espressioni straniere. Cosa che potrebbe sul lungo periodo generare la morte della lingua nazionale”. Feltri passa in rassegna uno ad uno gli articolo della pdl di FdI (calendarizzata in commissione Cultura, presto inizierà il suo iter), approvandone gli intenti e lancia pesanti strali alla sinistra. Che “ha ridicolizzato tale iniziativa, eppure queste regole sono già in vigore in altri Stati membri dell’Ue, come Francia e Spagna: dove mediante una modifica della Costituzione è stato reso obbligatorio il ricorso alla lingua madre nella pubblicità, in ambito lavorativo; nelle pubblicazioni istituzionali, nei contratti, nei servizi, nell’insegnamento e negli scambi commerciali”.
“La lingua italiana è patrimonio universale”
“Molto utile l’art. 7– segnala il direttore- , il quale introduce la creazione di un «comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana» sia in Italia che all’estero. Comitato con il compito di «promuovere la conoscenza delle strutture grammaticali e lessicali» della nostra lingua; nonché il suo impiego corretto. Infatti, il problema non consiste soltanto nell’esubero di forestierismi. Ma anche nell’utilizzo scorretto che gli italiani stessi fanno della loro lingua madre. I giovani non sono in grado di parlare né di scrivere: e non è solamente una questione di congiuntivi o coniugazioni in generale”.