L’ignobile sciacallaggio di Toninelli su Mestre: “Strage di Stato. Folle dare i soldi a Tav e Ponte”

5 Ott 2023 11:45 - di Viola Longo
toninelli mestre

L’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha ritenuto di dire la sua, attraverso i social, sull’incidente di Mestre. Si tratta di una dichiarazione che lascia allibiti: Toninelli percorre le vie dello sciacallaggio, passa per un mischione insensato di accuse che sovrappongono e mettono in opposizione manutenzione ordinaria e opere strategiche e approda a un’autoesaltazione che, se sempre è fuori luogo, in questo caso è vergognosa. Il tutto mentre si piangono 21 morti, per i quali non spende una parola, si teme per la sorte dei feriti e le indagini sono appena agli inizi.

Il post di Toninelli su Mestre: un mix di sciacallaggio e vanagloria

“La strage di operai sui binari di Brandizzo, la strage del bus di Mestre con il guardrail marcio, le tanti morti silenziose in incidenti stradali quotidiani causati da strade dissestaste, non sono morti accidentali”, ha scritto su Facebook Toninelli, secondo il quale “sono morti di Stato causate dalla follia di destinare tutti i soldi pubblici disponibili per le infrastrutture italiane ad opere inutili e costosissime come il Tav Torino-Lione o il ponte sullo Stretto”. “Opere chiamate ‘grandi’ – prosegue il post – per fottere la gente, facendo credere loro che siano importanti e necessarie. Opere che rendono felici solo i soliti notabili. Mentre l’unica vera grande opera primaria che serve a questo Paese è la manutenzione delle infrastrutture esistenti: mettere in sicurezza ed efficienza le strade che davvero servono e che usiamo nella vita di tutti i giorni. Quelle che invece crollano, si dissestano, che non hanno protezioni o che se le hanno sono marce”.

L’incredibile chiosa: “Ma chi sono io per parlare? Sono solo quello del nuovo ponte di Genova”

Ma è nella chiusura della – chiamiamola – riflessione che Toninelli dà il meglio di sé. “Ma chi sono io per parlare?”, si domanda l’esponente M5S, rispondendosi che “sono solo quello del nuovo ponte di Genova, costruito in tempi record e senza sprecare un solo euro in corruzione e/o clientele”. Non pago, poi, l’ex ministro ha ritenuto di fare anche un post scriptum: “Se ci fossi stato io al ministero dei Trasporti sarei stato impallinato a reti e partiti unificati. Invece tutti zitti, allineati e coperti a difendere questo sistema di potere dominante e corrotto. Questa è l’Italia di oggi. Peggio di quella di ieri. Peggio di sempre. Un paese senza speranza”, ha concluso. E non sembra necessario aggiungere commenti: il post si commenta da sé.

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