Lecce, studentessa francese suicida dopo uno stupro. Nelle righe d’addio la chiave della tragedia

25 Ott 2023 9:00 - di Greta Paolucci
suicidio studentessa francese

Una tragedia nella tragedia, quella che racchiude il caso e guida le indagini sul suicidio della studentessa francese a Lecce per il progetto Erasmus e trovata senza vita nella stanza dell’appartamento che l’ospitava durante il suo soggiorno italiano: gli inquirenti al lavoro sull’ipotesi di un suicidio a causa di un violenza sessuale. E quelle poche righe affidate a un diario e riservate ai familiari dalla vittima, sembrerebbero proprio indicare quella direzione. «Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui – ha scritto la giovane nel suo addio –. Non ne posso più, mi dispiace mamma e papà»: sono solo alcune delle frasi trovate nel diario della studentessa francese di 21 anni, arrivata in Italia a settembre per l’Erasmus e studiare all’università del Salento, e suicidatasi nella sua stanza a Lecce domenica 22 ottobre. Una tragedia maturata nella disperazione e in un senso di solitudine che nel silenzio ha generato l’epilogo peggiore.

Lecce, studentessa francese trovata morta: s’indaga per suicidio a causa di un violenza sessuale

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta, con indagini delegate alla Polizia, sulla morte della 21enne francese, trovata domenica sera senza vita nell’appartamento in Via Pappacoda, nel quale viveva con altri coinquilini. Sono stati proprio loro a rivenire il suo corpo esanime e a dare l’allarme. Secondo i primi accertamenti, la ragazza si è tolta la vita: e su questo non sembrano esserci dubbi, anche se si procede con gli approfondimenti, soprattutto sentendo le persone che la conoscevano e che l’hanno vista prima della morte.

Un referto medico stilato dopo una visita in ospedale, confermerebbe il racconto della vittima agli amici

Non solo. A parlare per lei, oggi, sono anche le carte ora agli atti delle indagini. Tra queste, oltre a quelle poche righe che la vittima ha riservato ai familiari, ci sarebbe anche un certificato medico, rilasciato dal pronto soccorso alcuni giorni prima della morte della studentessa francese, in cui viene stabilito che la giovane aveva subito una violenza sessuale. Un referto che confermerebbe il racconto condiviso con amici e amiche, prima del tragico ritrovamento nell’appartamento leccese.

Indagini puntate sul certificato medico e su quelle poche righe lasciate dalla giovane ai suoi cari

Per questo, oltre all’analisi del diario e del cellulare della vittima, che gli inquirenti al lavoro sul caso stanno conducendo dopo il sequestro, in queste ore gli investigatori stanno anche ascoltando gli amici e colleghi della studentessa, provando a ricostruire i giorni precedenti quello che sembra accreditarsi sempre di più come un suicidio seguito a un altro dramma. Uno stupro – su cui al momento non trapelano acquisizioni investigative – a cui, secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbe seguito una visita al pronto soccorso della vittima, dove il personale aveva informato la giovane sul percorso da intraprendere. Un iter che prevede anche la denuncia, che però la ragazza non ha mai presentato.

L’ipotesi di uno stupro all’origine del suicidio: un contesto tutto da ricostruire

E allora, si riparte dal ritrovamento del corpo ormai priva di vita della studentessa francese, che risale a domenica sera, intorno alle 20.00, quando uno dei suoi coinquilini è entrato nella stanza della ragazza, dove si era rinchiusa dal giorno precedente senza più uscire. E si indaga sulle circostanze in cui è maturato il drammatico epilogo della vicenda della ragazza a Lecce per l’Erasmus. Ed è inquietante l’ipotesi su cui si procede: sul “perché” all’origine del suicidio della studentessa francese: una violenza sessuale. E una tragedia maturata in un contesto tutto da ricostruire.

«Non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola»

Una ricostruzione che non può non prendere le mosse da quella lettera di addio alla famiglia e alle persone care che, secondo quanto riportato tra gli altri dal quotidiano ”La Gazzetta del Mezzogiorno”, la vittima ha lasciato in quella stanza poco prima dell’addio. «Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà», è il contenuto di quelle poche, drammatiche righe. «Non ce l’ho con nessuno perché mi avete tanto amata, ma non ci riesco più. Non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola». Sola, di fronte a un trauma culminato in una tragedia di cui ora gli inquirenti dovranno ricostruire contorni e responsabili…

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