Islam e terrorismo, Crosetto non ci gira intorno: se l’ideologia riparte, chiunque può scendere in strada con un coltello

20 Ott 2023 8:55 - di Lorenza Mariani
Crosetto

«Se l’ideologia riparte, se riparte un certo tipo di racconto, basta poi una persona che si forma al computer ed esce per strada con un coltello. O un’altra che decide di farsi esplodere. È quello che dobbiamo evitare». Con la situazione incandescente che divampa in Medio Oriente, e dopo gli attentati in Francia e a Bruxelles, il titolare della Difesa, Guido Crosetto ospite di Dritto e Rovescio e a Porta a Porta, guarda alla situazione e all’allarme che la sottende: «Il rischio grosso è che si riapra una frattura tra mondo islamico e l’Occidente». Un pericolo che infiamma la scena internazionale legata a un filo sottile…

Islam e terrorismo, Crosetto: basta una scintilla per far esplodere l’incendio

Un’analisi lucida, quella del ministro, che senza giri di parole diplomatici e inutili perifrasi lo porta ad aggiungere anche che «il rischio grosso è che si riapra una frattura tra mondo islamico e Occidente, ci sono alcuni Paesi che vorrebbero questo scontro ideologico ma noi dobbiamo fermare questa cosa, dobbiamo allearci invece con i Paesi che rappresentano l’Islam moderato». Perché, per far esploder le piazze arabe basta una scintilla, e il fuoco divamperebbe ovunque. Potrebbe essere una foto, un’immagine, una parola o un avvenimento, ammonisce Crosetto, perché la bomba piova e deflagri pericolosamente.

«In Italia c’è chi ha fiancheggiato chiunque fosse contro Israele, buttando benzina su fuoco»

Del resto, a supporto della sua analisi il ministro della Crosetto, circostanziandola al nostro Paese e al conflitto in corso in Israele, rileva: «Ci sono alcune persone che in Italia da sempre hanno fiancheggiato qualunque organizzazione, anche terroristica, che fosse contro Israele. Non è un fattore italiano ma ideologico. C’é una parte del nostro Paese che da sempre è contro Israele, per cui oggi si trova al fianco di Hamas. Un altro giorno al fianco di qualche altro nemico di Israele, e va avanti così». Un pericolo di innesco e una reazione a catena, quelle a cui fa riferimento il ministro della Difesa, che «non sono una novità». Ma rispetto alle quali «il problema è che ci sono momenti in cui servirebbe buttare acqua sul fuoco». Mentre «c’é troppa gente che continua a buttare benzina sul fuoco senza capire che poi l’incendio arriva anche a casa tua».

Crosetto, una questione di statistica…

Un problema inestricabilmente connesso alla questioni dei flussi migratori che investe da tempo ormai il cuore dell’Europa e che, in questo momento, eleva all’ennesima potenza rischi e urgenza di contromisure adeguate per disinnescarli. Perché, come sottolinea Crosetto, «quando da Paesi dove l’integralismo è ancora molto forte arrivano decine di migliaia di persone, che alcune di queste siano terroristi fa parte della statistica». Una realtà di fatto che non si limita alla sua enunciazione: e infatti, prosegue il ministro, «il tema è ancora più grande. È la capacità di persone che non sono partiti da terroristi di trasformarsi in terroristi quando pensano che si stia combattendo una guerra santa. Poi – aggiunge – ci sono invece quelli che diventano terroristi perché il corso degli eventi. La rabbia che gli viene. Il fatto di pensare che ci sia in corso una guerra di religione che loro devono combattere, li trasforma in terroristi. Non mettono la bomba, ma magari si armano di un coltello da cucina».

L’importanza dell’informazione, il peso della propaganda

Riflessioni che partono dall’analisi dei fatti, anche recenti, che la cronaca rimanda finanche in questi giorni. «Per questo – ripete Crosetto – serve distinguere Hamas dal destino del popolo palestinese – rimarca –. Cerchiamo di ragionare e spiegare cos’é successo. Nella vicenda dell’ospedale, siamo partiti da 500 morti e oggi siamo arrivati a 30, 40. Siamo partiti da un sicuro razzo lanciato da Israele, oggi siamo probabilmente arrivati a una bomba caduta di quelle che partono per attaccare Israele. Ogni giorno siamo di fronte a bombardamenti di informazioni che hanno l’obiettivo di incendiare gli animi di persone che normalmente non sono guerrieri. Qualcuno sta cercando di mettere l’intera popolazione islamica e araba contro Israele e l’occidente».

Crosetto sulla necessità di «ragionare con la parte moderata per trovare equilibrio tra le parti»

Una minaccia che estrinseca la «mentalità dei terroristi che non hanno niente da perdere», e che incombe pesantemente. E rispetto alla quale, suggerisce Crosetto, «dobbiamo combattere» perché «il loro obiettivo non è far migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese, è distruggere Israele. Anche al costo di far morire ogni palestinese. È una cosa che dobbiamo combattere, ragionando con la parte moderata di quel mondo. Tentando di avere una reazione equilibrata». Quindi, all’analisi del conflitto e alla minaccia globalizzata, il ministro della Difesa aggiunge osservazioni dettate dall’esperienza istituzionale dell’ultimo periodo. E aggiunge: «Sono uno di quelli che si è mosso in giro con la presidente Meloni, come l’intero occidente e Biden per primo, per dire a Israele che capiamo il dolore e la necessità di far vedere che ha una reazione forte. Ma che non superi la linea, facendo un regalo ai suoi nemici».

L’importanza di un segnale di distensione

«Portare buonsenso in un momento così è veramente difficile ma non ho mai visto la comunità internazionale sforzarsi in questo modo», aggiunge. La visita di Biden va in questo senso, conferma Crosetto: «Tocca non solo Israele, ma anche i paesi arabi. Ce ne sono alcuni che mai sono stati amici di Israele, che si stanno impegnando in prima persona per cercare di liberare gli ostaggi israeliani. Lo stanno facendo – ha spiegato – perché cercano di dare un segnale di distensione che non porti Israele a fare una reazione via terra troppo dura. E in quel modo infiammare ulteriormente le piazze arabe». Perché, per rimanere nell’ambito della metafora, il fuoco cova sotto la cenere, e può bastare anche solo una semplice scintilla per scoppiare l’incendio

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