Il Killer del Maine s’è suicidato: trovato morto nei boschi. Il giallo della fuga senza lasciare mai i luoghi della strage
La caccia all’uomo è finita. Il killer del Maine, Robert Card, il riservista dell’esercito americano che ha ucciso 18 persone e ne ha ferite altre 13 in una sala da bowling e in un ristorante di Lewiston, si è suicidato. I militari che lo cercavano da due giorni con battute a tappeto e ingente dispiegamento di uomini e mezzi sul territorio, lo hanno trovato morto nei boschi, non lontano dai luoghi dove ha compiuto il massacro. Si è sparato un colpo di pistola alla testa, lì dove – ricercato speciale in fuga – si era rifugiato. Proprio lì, nelle vicinanze dei luoghi della strage compiuta 48 ore prima…
Usa, trovato suicida il killer del Maine: si è sparato un colpo alla testa
Card si è sparato un colpo di pistola alla testa. Una fonte della sicurezza Usa ha detto alla Cnn che il corpo di Card è stato trovato vicino a un centro di riciclaggio dal quale era stato recentemente licenziato. «Sono qui semplicemente per comunicare che Robert Card è morto. Ho chiamato il presidente Biden per dargli la notizia», ha dichiarato nelle scorse ore la governatrice del Maine, la democratica James Mills, aprendo la conferenza stampa a Lewiston con l’annuncio atteso dopo 48 ore di fiato sospeso.
Era ricercato da due giorni, ma non si era mai allontanato dai luoghi della strage
Parole, quelle della governatrice dem, che chiudono ufficialmente l’incubo della fuga del killer, e calano il sipario su una vicenda che lascia sul campo molte vittime e interrogativi ancora senza risposta. La Mills parlando con la stampa ha confidato di aver «tirato un sospiro di sollievo sapendo che Card non è più una minaccia per nessuno». Eppure Card, introvabile per due giorni dopo la strage – la più grave registrata negli stati Uniti negli ultimi 12 mesi – non si era allontanato dalla scena del crimine.
Gli investigatori non forniscono dettagli: interrogativi ancora senza risposta
Gli investigatori al lavoro sul caso hanno trovato il corpo dell’uomo, ha spiegato il capo del dipartimento sicurezza Michael Sauschuck, intorno alle 19.45 (ora locale). Ma «non vi daremo l’indirizzo», ha aggiunto rivolto ai giornalisti. Non solo. Sull’epilogo di una stringente caccia all’uomo proseguita per due giorni di paura e di minaccia, agenti e inquirenti non hanno fornito dettagli. L’unico elemento concreto che trapela è quello annunciato poco fa: il corpo senza vita del killer del Maine era in un bosco a Lisbon Fall, nell’area vicino al centro di riciclaggio da cui Card era stato di recente licenziato.
Il killer del Maine in fuga: le 48 ore da incubo della comunità locale
Quarantotto ore di incubo, che ieri un colpo d’arma da fuoco riecheggiato nell’area attorno all’abitazione del killer ha contribuito a riaccendere. il terrore negli abitanti della zona. Un trauma, quello che attanaglierà ancora a lungo la comunità locale che abita in quello che è uno degli Stati più permissivi in fatto di armi. Luoghi che il killer ha messo a ferro e fuoco, infierendo sui frequentatori di due locali: un bowling e un ristorante.
Una lunga scia di sangue e tanti dubbi aperti
Posti che l’uomo frequentava con la sua ex compagna e che conosceva bene. Luoghi dai quali non si era allontanato neppure dopo aver compiuto la strage. E che oggi hanno restituito il cadavere del killer suicida. Un uomo che allunga il tragico elenco delle stragi delle armi facili. Un ultimo killer che dietro di sé lascia una lunga scia di sangue. E tanti dubbi e interrogativi irrisolti…